Il 23 marzo scorso, giorno della SS. Pasqua, il Torrione Nord della Fortezza di San Leo (prov. Pesaro-Urbino) ha visto l'inaugurazione di un'affascinante mostra patrocinata dal Comune, intitolata "Guerra e quotidianità a San Leo nel Medioevo". La mostra resterà aperta fino al 29 giugno, con orario continuato dalle 9.00 alle 19.00 (compresi i giorni festivi).
L'allestimento, ospitato in una delle più suggestive fortificazioni del Montefeltro, è stato realizzato da Pietro Barsotti (Urbino) e Andrea Carloni (Rimini), ricostruttori storici che da anni si dedicano con passione allo studio della cultura materiale del periodo medioevale e rinascimentale, con particolare attenzione alla seconda metà del Quattrocento italiano; il progetto grafico è opera di Silvia Ballabio (Rimini).
Gli oggetti in mostra consistono di ricostruzioni di armi, armature, abiti ed oggetti di uso quotidiano, spesso posti in parallelo con reperti originali.
Accurati pannelli e didascalie consentono di cogliere appieno ogni dettaglio, nell’auspicio di ottenere un coinvolgimento del visitatore che abbandoni lo stereotipo "hollywoodiano" di un Medioevo oscuro e retrogrado, senza perdere di vista il necessario connubio di intrattenimento e cultura.
— Guerra e quotidianità a San Leo nel Medioevo
sabato aprile 5, 2008
Angelo GambellaTestimonianze Preziose. Capolavori sacri svelano la loro storia ad Avezzano (AQ)
giovedì aprile 3, 2008
“TESTIMONIANZE PREZIOSE. CAPOLAVORI SACRI SVELANO LA LORO STORIA”
In mostra ad Avezzano dal 5 aprile anche l'Exultet, mai esposto prima al pubblico in Abruzzo
Manoscritti e pergamene, capolavori di oreficeria e artigianato, sculture lignee e dipinti saranno i protagonisti di un inedito viaggio nell’Arte Sacra della Marsica. Più di trenta opere, tra le quali eccezionalmente l’Exultet di Avezzano e il Tesoro della Regina Giovanna, saranno in mostra ad Avezzano dal 5 aprile al 2 giugno 2008 presso l’Istituto Don Orione, a Celano (L'Aquila) dal 22 giugno al 31 agosto 2008 nel Castello Piccolomini.
La mostra nasce con l’intento di svelare quanto siano antiche la cristianità e la devozione in questa terra e quali meravigliose manifestazioni artistiche ad esse legate siano state realizzate attraverso i secoli.
C’è grande attesa per la prima esposizione in Marsica dell’Exultet di Avezzano, rotolo liturgico datato intorno al 1057 e decorato nello scriptorium di Montecassino. Tra i migliori rotoli pergamenacei conosciuti, è custodito solitamente nella Diocesi di Avezzano. La mostra, inoltre, vedrà riuniti alcune preziosissime opere appartenenti al Tesoro della Regina Giovanna, donato, secondo la tradizione, dalla regina di Napoli alla Chiesa di San Pietro di Alba Fucens nel 1400, di cui fanno parte un trittico bizantino del XIV secolo, preziosissimi argenti e avori finemente lavorati. La sezione dedicata ai documenti scritti vedrà esposte, oltre all’Antifonario di Trasacco, delle bolle di Bonifacio VIII, un manoscritto di Tommaso da Celano del XIII secolo, incunaboli e pergamene. Un’ultima parte dell’esposizione, infine, sarà dedicata a eccellenti esempi di arte: tra i dipinti, la Madonna di Andrea Delitio del 1440 e la Madonna di Collelongo, pregevole pala d’altare del XIII secolo, si distinguono per essere due dei più famosi capolavori d’arte antica del territorio; per la scultura, un posto di rilievo spetterà all’eccezionale Tabernacolo di Avezzano in legno e avorio proveniente dalla chiesa cappuccina di Santa Maria de Vico.
Metalli dorati, argenti, avori e pietre preziose saranno il cuore della mostra che, in un percorso ideale che va dal X al XVIII secolo, si propone di ripercorrere tappe importanti della religiosità nella Marsica. Una raccolta di oggetti e opere uniche, che, scampati ai secoli e ai terremoti, riveleranno la sacralità di riti di epoche ormai lontane; sono testimonianze preziose, che raccontano e svelano un periodo piuttosto lungo della storia della Marsica ma, forse, ancora poco conosciuto.
Nell’allestimento, realizzato da Luca Piccirillo – 1AX Architetti Associati, oltre lo sguardo sarà anche l’ascolto a regalare ai visitatori il senso e il fascino di antiche suggestioni, favorite dalla presenza di effetti multimediali.
“Testimonianze Preziose. Capolavori sacri svelano la loro storia”, curata da Flavia De Sanctis e Caterina Dalia, è patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali – Direzione Generale per i Beni Librari e dalla Presidenza del Consiglio della Regione Aruzzo, promossa dalla Diocesi dei Marsi, Comune di Avezzano e Comune di Celano, ed è realizzata dall’Associazione Culturale Antiqua. Hanno partecipato all’organizzazione la Soprintendenza PSAE per l’Abruzzo, la Soprintendenza Archivistica per l’Abruzzo e l’Archivio di Stato – Sez. di Avezzano.
TITOLO “Testimonianze Preziose. Capolavori sacri svelano la loro storia”
DATA 5 Aprile / 2 giugno 2008 – Avezzano, Istituto Don Orione
22 giugno / 31 agosto – Celano, Castello Piccolomini
ORARI Tutti i giorni escluso il lunedì, 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.30
BIGLIETTO Intero € 4,00 – Ridotto € 2,00 – Scolaresche € 2,00 (inclusa visita didattica)
VISITE GUIDATE € 20,00 (per gruppi max 15 persone)
CATALOGO Portofranco Editori s.r.l. – L’Aquila
Prezzo copertina € 20,00, offerta mostra € 16,00
INFORMAZIONI Associazione Culturale Antiqua, Tel. 0863 455361 – 349 4542826
SITO INTERNET www.associazioneantiqua.it
— Angelo Gambella
In mostra ad Avezzano dal 5 aprile anche l'Exultet, mai esposto prima al pubblico in Abruzzo
Manoscritti e pergamene, capolavori di oreficeria e artigianato, sculture lignee e dipinti saranno i protagonisti di un inedito viaggio nell’Arte Sacra della Marsica. Più di trenta opere, tra le quali eccezionalmente l’Exultet di Avezzano e il Tesoro della Regina Giovanna, saranno in mostra ad Avezzano dal 5 aprile al 2 giugno 2008 presso l’Istituto Don Orione, a Celano (L'Aquila) dal 22 giugno al 31 agosto 2008 nel Castello Piccolomini.
La mostra nasce con l’intento di svelare quanto siano antiche la cristianità e la devozione in questa terra e quali meravigliose manifestazioni artistiche ad esse legate siano state realizzate attraverso i secoli.
C’è grande attesa per la prima esposizione in Marsica dell’Exultet di Avezzano, rotolo liturgico datato intorno al 1057 e decorato nello scriptorium di Montecassino. Tra i migliori rotoli pergamenacei conosciuti, è custodito solitamente nella Diocesi di Avezzano. La mostra, inoltre, vedrà riuniti alcune preziosissime opere appartenenti al Tesoro della Regina Giovanna, donato, secondo la tradizione, dalla regina di Napoli alla Chiesa di San Pietro di Alba Fucens nel 1400, di cui fanno parte un trittico bizantino del XIV secolo, preziosissimi argenti e avori finemente lavorati. La sezione dedicata ai documenti scritti vedrà esposte, oltre all’Antifonario di Trasacco, delle bolle di Bonifacio VIII, un manoscritto di Tommaso da Celano del XIII secolo, incunaboli e pergamene. Un’ultima parte dell’esposizione, infine, sarà dedicata a eccellenti esempi di arte: tra i dipinti, la Madonna di Andrea Delitio del 1440 e la Madonna di Collelongo, pregevole pala d’altare del XIII secolo, si distinguono per essere due dei più famosi capolavori d’arte antica del territorio; per la scultura, un posto di rilievo spetterà all’eccezionale Tabernacolo di Avezzano in legno e avorio proveniente dalla chiesa cappuccina di Santa Maria de Vico.
Metalli dorati, argenti, avori e pietre preziose saranno il cuore della mostra che, in un percorso ideale che va dal X al XVIII secolo, si propone di ripercorrere tappe importanti della religiosità nella Marsica. Una raccolta di oggetti e opere uniche, che, scampati ai secoli e ai terremoti, riveleranno la sacralità di riti di epoche ormai lontane; sono testimonianze preziose, che raccontano e svelano un periodo piuttosto lungo della storia della Marsica ma, forse, ancora poco conosciuto.
Nell’allestimento, realizzato da Luca Piccirillo – 1AX Architetti Associati, oltre lo sguardo sarà anche l’ascolto a regalare ai visitatori il senso e il fascino di antiche suggestioni, favorite dalla presenza di effetti multimediali.
“Testimonianze Preziose. Capolavori sacri svelano la loro storia”, curata da Flavia De Sanctis e Caterina Dalia, è patrocinata dal Ministero dei Beni Culturali – Direzione Generale per i Beni Librari e dalla Presidenza del Consiglio della Regione Aruzzo, promossa dalla Diocesi dei Marsi, Comune di Avezzano e Comune di Celano, ed è realizzata dall’Associazione Culturale Antiqua. Hanno partecipato all’organizzazione la Soprintendenza PSAE per l’Abruzzo, la Soprintendenza Archivistica per l’Abruzzo e l’Archivio di Stato – Sez. di Avezzano.
TITOLO “Testimonianze Preziose. Capolavori sacri svelano la loro storia”
DATA 5 Aprile / 2 giugno 2008 – Avezzano, Istituto Don Orione
22 giugno / 31 agosto – Celano, Castello Piccolomini
ORARI Tutti i giorni escluso il lunedì, 10.00 – 13.00 / 16.00 – 19.30
BIGLIETTO Intero € 4,00 – Ridotto € 2,00 – Scolaresche € 2,00 (inclusa visita didattica)
VISITE GUIDATE € 20,00 (per gruppi max 15 persone)
CATALOGO Portofranco Editori s.r.l. – L’Aquila
Prezzo copertina € 20,00, offerta mostra € 16,00
INFORMAZIONI Associazione Culturale Antiqua, Tel. 0863 455361 – 349 4542826
SITO INTERNET www.associazioneantiqua.it
I capolavori senesi in mostra
venerdì marzo 14, 2008
Si apre oggi, 14 marzo, la mostra ospitata fino al 6 luglio al Complesso museale Santa Maria della Scala e alla Pinacoteca Nazionale. Dal Lindeau Museum a Siena, i capolavori senesi di una delle raccolte di dipinti italiani più ricca d'Europa La rassegna a cura di Miklòs Boskovits e Johannes Tripps è promossa dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali.
Dal Lindenau Museum di Altenburg nel cuore della Turingia, che per estensione è tra le più piccole regioni della Germania al Complesso museale Santa Maria della Scala di Siena. Comincia così, con un ideale viaggio di ritorno, la storia di una delle più straordinarie e meno note raccolte di dipinti italiani, in buona parte attribuiti a maestri senesi e toscani, del periodo gotico e rinascimentale: la collezione del barone Bernhard August von Lindenau.
A raccontarla è la mostra aperta oggi (14 marzo), a cura di Miklòs Boskovits e Johannes Tripps, piccola per dimensioni ma grande per ricchezza di spunti e contenuti, dal titolo ''Maestri senesi dal Lindenau Museum di Altenburg'' in programma fino al 6 luglio, nella città del Palio. Riunita nel corso della prima metà del XIX dal barone Bernhard August von Lindenau e poi donata alla città tedesca che gli ha dato i natali, la raccolta è da alcuni anni al centro di studi sistematici che ne hanno permesso la catalogazione della parte più consistente, quella rappresentata dalle tavole toscane.
L'esposizione promossa da Comune di Siena - Complesso Museale Santa Maria della Scala, Lindenau Museum di Altenburg, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico per le province di Siena e Grosseto e Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali, sarà l'occasione per ammirare di questa raccolta, uno dei nuclei più interessanti, a cui appartengono i capolavori dei maestri senesi Guido da Siena, Lippo Memmi, Pietro Lorenzetti, Sano di Pietro, Giovanni di Paolo, Matteo di Giovanni, Martino di Bartolomeo e Domenico Beccafumi.
Ben pochi musei al mondo, ad eccezione della Pinacoteca Nazionale di Siena, possono vantare, un insieme così ricco e prezioso di opere senesi come quello di Altenburg che possiede tavole di notevolissimo interesse, sia per la loro intrinseca qualità artistica, sia perché in grado di chiarire aspetti meno noti della produzione pittorica senese tra il XIII e il XVI secolo. E proprio per l'affinità che lega queste due tra le più importanti raccolte di dipinti italiani di questo periodo - che anche la Pinacoteca Nazionale di Siena con il suo straordinario patrimonio artistico, diventerà parte integrante del percorso espositivo allestito presso il Complesso museale Santa Maria della Scala.
Per tutto il periodo della rassegna ospiterà, infatti, nella propria sala mostre la straordinaria pala di Bartolo di Fredi raffigurante l'Adorazione dei Magi, finalmente ricongiunta alla predella originaria proveniente da Altenburg, ed altri capolavori di grande pregio fra cui una Crocifissione di Pietro Lorenzetti.
Tra le curiosità legate alla rassegna, infine, la nuova ricostruzione della pala di Guido da Siena con Storie di Cristo, proveniente da Badia Ardenga e la ricostruzione del magnifico polittico di Lippo Memmi, già nella chiesa di S. Paolo a Ripa d'Arno a Pisa e oggi diviso tra cinque musei diversi d'Europa.
La selezione di opere di autori senesi è stata integrata poi con alcune tavole di pittori attivi a Siena, tra cui il raffinato trecentesco lucchese Angelo Puccinelli, il lucchese Michele Campanti, artista affascinante del secondo Quattrocento e Liberale da Verona, maestro che aveva esercitato un notevole influsso sugli orientamenti della pittura senese nella seconda metà del Quattrocento.
''Maestri senesi dal Lindenau Museum di Altenburg'', rimarrà aperta presso Complesso museale Santa Maria della Scala di Siena fino al 6 luglio tutti i giorni, festivi compresi, dalle ore 10,30 alle ore 19,30. E presso la Pinacoteca Nazionale il lunedì dalle 8,30 alle 13,30. Da martedì a sabato dalle 8,15 alle 19,15 e la domenica e i festivi dalle 8,30 alle 13,15. Infoline 24ore/24 02/54911.
— Angelo Gambella
Dal Lindenau Museum di Altenburg nel cuore della Turingia, che per estensione è tra le più piccole regioni della Germania al Complesso museale Santa Maria della Scala di Siena. Comincia così, con un ideale viaggio di ritorno, la storia di una delle più straordinarie e meno note raccolte di dipinti italiani, in buona parte attribuiti a maestri senesi e toscani, del periodo gotico e rinascimentale: la collezione del barone Bernhard August von Lindenau.
A raccontarla è la mostra aperta oggi (14 marzo), a cura di Miklòs Boskovits e Johannes Tripps, piccola per dimensioni ma grande per ricchezza di spunti e contenuti, dal titolo ''Maestri senesi dal Lindenau Museum di Altenburg'' in programma fino al 6 luglio, nella città del Palio. Riunita nel corso della prima metà del XIX dal barone Bernhard August von Lindenau e poi donata alla città tedesca che gli ha dato i natali, la raccolta è da alcuni anni al centro di studi sistematici che ne hanno permesso la catalogazione della parte più consistente, quella rappresentata dalle tavole toscane.
L'esposizione promossa da Comune di Siena - Complesso Museale Santa Maria della Scala, Lindenau Museum di Altenburg, Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico, Etnoantropologico per le province di Siena e Grosseto e Fondazione Monte dei Paschi di Siena attraverso Vernice Progetti Culturali, sarà l'occasione per ammirare di questa raccolta, uno dei nuclei più interessanti, a cui appartengono i capolavori dei maestri senesi Guido da Siena, Lippo Memmi, Pietro Lorenzetti, Sano di Pietro, Giovanni di Paolo, Matteo di Giovanni, Martino di Bartolomeo e Domenico Beccafumi.
Ben pochi musei al mondo, ad eccezione della Pinacoteca Nazionale di Siena, possono vantare, un insieme così ricco e prezioso di opere senesi come quello di Altenburg che possiede tavole di notevolissimo interesse, sia per la loro intrinseca qualità artistica, sia perché in grado di chiarire aspetti meno noti della produzione pittorica senese tra il XIII e il XVI secolo. E proprio per l'affinità che lega queste due tra le più importanti raccolte di dipinti italiani di questo periodo - che anche la Pinacoteca Nazionale di Siena con il suo straordinario patrimonio artistico, diventerà parte integrante del percorso espositivo allestito presso il Complesso museale Santa Maria della Scala.
Per tutto il periodo della rassegna ospiterà, infatti, nella propria sala mostre la straordinaria pala di Bartolo di Fredi raffigurante l'Adorazione dei Magi, finalmente ricongiunta alla predella originaria proveniente da Altenburg, ed altri capolavori di grande pregio fra cui una Crocifissione di Pietro Lorenzetti.
Tra le curiosità legate alla rassegna, infine, la nuova ricostruzione della pala di Guido da Siena con Storie di Cristo, proveniente da Badia Ardenga e la ricostruzione del magnifico polittico di Lippo Memmi, già nella chiesa di S. Paolo a Ripa d'Arno a Pisa e oggi diviso tra cinque musei diversi d'Europa.
La selezione di opere di autori senesi è stata integrata poi con alcune tavole di pittori attivi a Siena, tra cui il raffinato trecentesco lucchese Angelo Puccinelli, il lucchese Michele Campanti, artista affascinante del secondo Quattrocento e Liberale da Verona, maestro che aveva esercitato un notevole influsso sugli orientamenti della pittura senese nella seconda metà del Quattrocento.
''Maestri senesi dal Lindenau Museum di Altenburg'', rimarrà aperta presso Complesso museale Santa Maria della Scala di Siena fino al 6 luglio tutti i giorni, festivi compresi, dalle ore 10,30 alle ore 19,30. E presso la Pinacoteca Nazionale il lunedì dalle 8,30 alle 13,30. Da martedì a sabato dalle 8,15 alle 19,15 e la domenica e i festivi dalle 8,30 alle 13,15. Infoline 24ore/24 02/54911.
Mostra di storia giuliano dalmata
venerdì febbraio 8, 2008
La Mostra “Memoria e Identità. Storia e Vita del Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma” è visitabile dalle 9 alle 18 del 10 febbraio presso la sede del Comune sita nella splendida Piazza del Popolo della città medievale di Todi.
La Mostra, ideata dalla Dott.ssa Roberta Fidanzia e realizzata da Drengo, si compone di 25 pannelli con immagini d’epoca e testi relativi al Quartiere romano, che ospita tuttora decine di famiglie originarie della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e Zara.
L’allestimento è curato dalla Società Internazionale per lo Studio dell’Adriatico nell’Età Medievale (SISAEM).
Obiettivo della Mostra è far conoscere la Storia della comunità giuliano-dalmata di Roma, dal primo insediamento del 1947 ai giorni nostri. Si tratta di pagine di storia poco conosciute, raccontate attraverso le immagini degli esuli, dei loro monumenti e della loro vita quotidiana. La Mostra ha ricevuto la Medaglia d’Argento del Presidente della Repubblica, ed è stata esposta più volte a Roma, a Trieste ed in altre città.
Il sito web è www.giuliano-dalmata.org
— Angelo Gambella
La Mostra, ideata dalla Dott.ssa Roberta Fidanzia e realizzata da Drengo, si compone di 25 pannelli con immagini d’epoca e testi relativi al Quartiere romano, che ospita tuttora decine di famiglie originarie della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e Zara.
L’allestimento è curato dalla Società Internazionale per lo Studio dell’Adriatico nell’Età Medievale (SISAEM).
Obiettivo della Mostra è far conoscere la Storia della comunità giuliano-dalmata di Roma, dal primo insediamento del 1947 ai giorni nostri. Si tratta di pagine di storia poco conosciute, raccontate attraverso le immagini degli esuli, dei loro monumenti e della loro vita quotidiana. La Mostra ha ricevuto la Medaglia d’Argento del Presidente della Repubblica, ed è stata esposta più volte a Roma, a Trieste ed in altre città.
Il sito web è www.giuliano-dalmata.org
Bari tra Venezia e Bisanzio. Lo Spazialismo Europeo di Licata e Morandis
sabato febbraio 2, 2008
Il Castello Svevo di Bari ospita dal 7 febbraio al 10 marzo la mostra "Bari tra Venezia e Bisanzio. Lo Spazialismo Europeo di Licata e Morandis" a cura di Giovanni Granzotto e Barbara Morandis.
L’evento, promosso dall’I.N.A.C. - Istituto Nazionale di Arte Contemporanea, presenta le opere pittoriche di Riccardo Licata e Gino Morandis, si tratta di un centinaio di lavori esposti che rivelano il percorso artistico di due forti personalità affermatesi nell’ambito dello Spazialismo, uno dei movimenti più innovativi dell’arte del dopoguerra italiano ed europeo, fondato a Milano da Lucio Fontana.
La vicenda sarà ripercorsa dal convegno sul tema 'Gino Morandis (1915-1944). Lo Spazialismo europeo' che si terrà il 7 febbraio alle ore 11,00, nella sala Conferenze del Castello Svevo. Il convegno di Bari intende ampliare gli studi sugli aspetti storici dello Spazialismo, attraverso uno dei suoi maggiori esponenti. Gino Morandis è stato un personaggio di spicco nel mondo della cultura e dell’arte, come operatore e come teorico.
La mostra è aperta al Castello Svevo di Bari nelle Sale Angioina e Bona Sforza, Piazza Federico II di Svevia, tutti i giorni, anche i festivi, dalle 10,00 alle 18,00 tranne il mercoledì.
— Angelo Gambella
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L’evento, promosso dall’I.N.A.C. - Istituto Nazionale di Arte Contemporanea, presenta le opere pittoriche di Riccardo Licata e Gino Morandis, si tratta di un centinaio di lavori esposti che rivelano il percorso artistico di due forti personalità affermatesi nell’ambito dello Spazialismo, uno dei movimenti più innovativi dell’arte del dopoguerra italiano ed europeo, fondato a Milano da Lucio Fontana.
La vicenda sarà ripercorsa dal convegno sul tema 'Gino Morandis (1915-1944). Lo Spazialismo europeo' che si terrà il 7 febbraio alle ore 11,00, nella sala Conferenze del Castello Svevo. Il convegno di Bari intende ampliare gli studi sugli aspetti storici dello Spazialismo, attraverso uno dei suoi maggiori esponenti. Gino Morandis è stato un personaggio di spicco nel mondo della cultura e dell’arte, come operatore e come teorico.
La mostra è aperta al Castello Svevo di Bari nelle Sale Angioina e Bona Sforza, Piazza Federico II di Svevia, tutti i giorni, anche i festivi, dalle 10,00 alle 18,00 tranne il mercoledì.