mercoledì marzo 9, 2016
La terza battaglia di Palmira
textileRef:366584119584fc43d605e5:linkStartMarker:“PALMIRA E’ STATA COMPLETAMENTE LIBERATA nelle prime ore del 27.03.2016*
L’area archeologica era stata liberata il 24 marzo, e il castello medievale il 25. QUI ARTICOLO COMPLETO”:http://www.agensu.it/archivio/articoli/634/la-battaglia-di-palmira
Galleria di immagini dal sito di Palmira
Palmira: implicazioni geo-politiche
Terremoto a Palmira
Qui sotto le più recenti notizie sulla salvaguardia dei beni culturali.
Nel maggio del 2015, in Siria, i militanti dell’ISIS entrarono nell’antica città di Palmira. Tutto il mondo fu scosso dalla notizia della distruzione di alcuni dei più antichi e famosi monumenti dell’antichità classica. Poche settimane dopo l’anziano ex direttore Al Asaad fu decapitato per non aver fornito informazioni su antichi reperti storici messi in salvo. La città nel deserto, già colonia romana, ricca di testimonianze storiche di grande valore è inclusa nella World Heritage List dell’UNESCO.
Oggi a Parigi nel corso di un convegno internazionale, il Direttore Generale delle Antichità e dei Musei Siriani, il dott. Abdul Karim Maamoun, ha invitato la comunità internazionale ad aiutare la Siria negli sforzi per fermare il saccheggio del patrimonio culturale siriano da parte delle organizzazioni terroristiche. Ha anche invitato all’attuazione della risoluzione 2199 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla necessità di fermare il finanziamento ottenuto dall’ISIS, Jabhat al Nusra e da altre organizzazioni terroristiche. La vendita dei reperti archeologici rappresenta, infatti, uno dei principali mezzi di finanziamento dei suddetti gruppi armati. Il Direttore ha posto l’attenzione sulla distruzione di monumenti ed ha sottolineato i crescenti scavi illegali e il furto di artefatti da parte delle organizzazioni terroristiche.
In queste ore, dopo mesi di continui scontri armati e capovolgimenti di fronte, le notizie che giungono dal fronte sono indicative dell’imminente assalto finale da parte dell’esercito siriano.
La cronaca della Battaglia di Palmira è un’esclusiva di AGENSU
— Angelo Gambella
International, Attualità
martedì febbraio 16, 2016
La corsa per Raqqa
Analisi / Editoriale del Direttore Angelo Gambella
La risoluzione della guerra di Siria, che è divenuta a tutti gli effetti una guerra mondiale, passa attraverso la (futura) caduta di Raqqa, capitale dello Stato islamico in Siria.
L’interesse delle potenze mondiali e regionali si sta infatti concentrando, in questi giorni, sulle operazioni militari da organizzare per la liberazione della città.
E’ però importante sottolineare che l’eventuale presa di Raqqa non potrà avvenire nell’ordine di qualche settimana, la città è difesa da un grosso contingente di militanti dell’ISIS e le forze di terra avversarie dei jahdisti sono piuttosto lontane.
Nelle ultime ore la tensione si è improvvisamente alzata dopo le dichiarazioni da parte turca – la Turchia è un importante membro della NATO – e saudita – l’Arabia Saudita è un fondamentale partner degli USA – per una partecipazione diretta con truppe di terra contro l’ISIS. I due paesi non fanno mistero che, al di là della motivazione principale della lotta al Daesh, il vero obiettivo resta la caduta del regime di Assad. Ma l’instaurazione di un governo amico a Damasco o piuttosto la divisione dello stato siriano in due o più parti con diverse influenze straniere, si scontra con la mutata situazione sul terreno.
Tutti i commentatori concordano che dall’inizio delle operazioni aeree russe (30 settembre) il governo siriano, che era realmente in pericolo, si è rafforzato soprattutto nelle aree di Latakia, Aleppo e Damasco. Gli annunci della liberazione di località, talvolta colline e postazioni avversarie, certe volte piccoli villaggi di montagna, altre volte fattorie di campagna e palazzi in centri abitati, si rincorrono continuamente sui quotidiani e siti informativi più vicini al governo. Gli annunci, poi, della conquista di più importanti cittadine e città strategicamente importanti rimbalzano sui social network ad un ritmo tale che, negli ultimi giorni, gli analisti impegnati nell’elaborazione di mappe devono rivedere gli elaborati giornalmente. Il caso delle operazioni militari nel nord di Aleppo è eloquente per comprendere l’avanzata separata ma apparentemente coordinata, di due diverse forze terrestri contro gli insorti e ribelli filo turchi, nonché elementi del Fronte al Nusra (affiliato ad Al Qaeda). Ad avanzare sono sia l’Esercito siriano (SAA) con i suoi alleati sciiti (hezbollah libanesi, paramilitari iraniani ed iracheni) che le Forze democratiche siriane, sigla che comprende i militanti curdi e i loro alleati arabi (SDF). Entrambi gli schieramenti traggono vantaggio dai pesanti raid aerei operati dagli aerei russi che decollano dalla loro base sulla costa mediterranea nei pressi di Latakia; i secondi possono anche godere dell’appoggio logistico fornito dagli Stati Uniti. Il tentativo turco di rallentare l’avanzata dei curdi (che considerano alla stregua di terroristi) con tiri di artiglieria non sembra sortire l’effetto desiderato, e le forze curde sono ormai a diretto contatto con i miliziani dell’ISIS loro avversari.
(la caotica situazione di Aleppo stretta tra Governo, Curdi, ISIS e ribelli/Al Nusra da @miladvisor)
Ad est di Aleppo, invece, è attivo da settimane un fronte diretto tra l’esercito siriano e l’ISIS, con i primi che tentano l’accerchiamento dei militanti islamisti. Mentre scriviamo solo tre o quattro chilometri permettono ai combattenti di poter entrare ed uscire da una sacca che potrebbe pericolosamente intrappolarli. Oggi la centrale elettrica di Aleppo è caduta nelle mani delle forze d’elite siriane che sono ora impegnate nella bonifica dell’area. Poco ad est è situata l’importante base aerea di Kuweiris, il cui assedio da parte dell’ISIS durato oltre due anni è stato rotto solo nello scorso novembre. Questo strategico aeroporto potrebbe essere utilizzato per nuove operazioni contro l’ISIS e da giorni circola la notizia della presenza di consiglieri militari russi con pesanti armamenti.
Assad sembra dunque uscire rafforzato dalle operazioni militari, e l’eventuale applicazione del cessate-il-fuoco stabilito a Ginevra, potrebbe portare a dirottare le forze tenute impegnate in decine di fronti interni nel paese, verso il principale attore escluso dal negoziato che imperversa in Siria: il temuto Stato Islamico di Al-Baghdadi basato a Raqqa.
La coalizione internazionale a guida americana è stata la prima ad immaginare la caduta di Raqqa sotto la spinta delle forze curde collocate a nord dalla città, ma i curdi non sembrano interessati a perdere uomini e mezzi per una città sunnita e piuttosto puntano a muoversi contro i miliziani di Al Baghdati lungo il confine turco per congiungersi ad ovest con i curdi del cantone di Afrin, quelli che stanno combattendo ad Aleppo. Ma l’ipotesi di uno “stato” curdo lungo il confine, è fermamente respinta dalla Turchia, al punto da ipotizzare un ingresso diretto in battaglia, sotto la supervisione americana.
Gli scenari possibili della “Corsa per Raqqa” da parte Araba e Turca sembrerebbero due. Le forze di terra turche e quelle arabe (Arabia Saudita, e forse Qatar ed Emirati Arabi) potrebbero entrare in Siria dalla Turchia, lungo il confine con le terre tenute dallo Stato islamico dalle parti di Jarablus. Raqqa è però lontana e attraversare velocemente un ampio territorio senza una qualche forma di accordo con i militanti, come riporta tra le ipotesi il giornalista E. Magnier, è davvero difficile.
Un secondo scenario prevede l’attraversamento del confine giordano ad est della Siria fino a Raqqa. Si tratta di una strada ancora più lunga ma permetterebbe all’Arabia Saudita di contare su tutto il sostegno logistico e corazzato per spingere fino in fondo sulla capitale dell’ISIS. In entrambi i casi, queste truppe, arabe o turco-arabe, non sarebbero a contatto diretto con le forze russe e di Damasco. Risulta però difficile immaginare truppe arabe avanzare lungo l’Eufrate senza imbattersi nelle forze aviotrasportate della Guardia Repubblicana Siriana che stanno respingendo da mesi i continui assalti dell’ISIS nell’enclave di Deir Ezzor, sulla strada per Raqqa.
In ogni caso, gli stessi paesi arabi ammettono che nessuna operazione potrebbe aver luogo senza il diretto appoggio degli Stati Uniti, che hanno più volte dichiarato di non voler prender parte ad una guerra sul terreno. La Siria, poi ha, naturalmente espresso la sua contrarietà a qualsiasi intervento straniero e non sembra possibile che gli aerei da combattimento siriani non prendano di mira soldati invasori. Lo scudo aereo russo basato sul sistema S-400 e sulla flotta aerea impedisce, poi, a qualunque aereo di entrare nello spazio aereo siriano senza preventiva comunicazione se non di autorizzazione.
(Direttrice dell’offensiva siriana lungo la strada da Ithrya alla base di Tabqa. Mappa di @PetoLucem)
Se il posizionamento delle truppe in Giordania richiederebbe 3-4 mesi per essere completato, un’altra forza armata appare avvantaggiata nella corsa verso Raqqa.
L’esercito arabo-siriano ha infatti iniziato operazioni militari lungo una strada secondaria ma più immediata per Raqqa rispetto all’autostrada internazionale Aleppo-Bagdad.
Da Ithriya, cittadina nel governatorato di Hama al confine con le province di Homs e Raqqa, l’esercito ha iniziato a muoversi verso la base militare di Tabaqa. Questa strategica base, che sarebbe attualmente distante circa 35 km dalle unità più avanzate dell’esercito, è situata a poca distanza da Raqqa e permetterebbe ai siriani e loro alleati di organizzare la riconquista della capitale dell’ISIS.
I prossimi mesi saranno cruciali per definire le sorti di Raqqa e della guerra di Siria.
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— Angelo Gambella
International, Attualità
martedì febbraio 2, 2016
PALMIRA E’ STATA COMPLETAMENTE LIBERATA nelle prime ore del 27.03.2016
L’area archeologica era stata liberata il 24 marzo, e il castello medievale il 25.
Aggiornamenti dall’area archeologica di Palmira dopo la liberazione
Cronaca completa sulla Battaglia di Palmira
La Corsa per Raqqa: analisi della situazione attuale e prospettive future
La battaglia per la liberazione di Qaryatayn
Editoria archeologica in tempo di guerra
Zenobia, Al Asaad e Palmira
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20.02.2016 L’esercito siriano ha circondato le forze dell’ISIS ad Aleppo Est – AGENSU
Nella tarda mattinata di oggi, l’Esercito arabo siriano (SAA) ha completato l’accerchiamento delle forze dell’ISIS ad Aleppo est, nel nord della Siria.
Le “Forze tigre”, unità di elite dell’esercito, appoggiate dalle Brigate delle Aquile del deserto (Liwaa Suqour Al-Sahra) sono avanzate lungo la strategica autostrada Aleppo-Raqqa ed hanno impegnato in battaglia le formazioni dell’ISIS nella cittadina di Umm Turaykiyah.
Questa località è ubicata nella piana di Al-Safira, ad est di Aleppo e ad ovest della strategica base aerea di Kuweires.
(Mappa di IUCA, twitter: @IUCAnalysts ROSSO=Esercito Siriano / GRIGIO = ISIS)
Al termine di un violento combattimento le forze lealiste di Assad hanno avuto la meglio sugli uomini di Al Bagdadi, completando la manovra di accerchiamento iniziata alcune settimane fa. Nello scorso novembre, i militari avevano rotto l’assedio alla base di Kuweires, ed iniziato a bonificare l’area circostante, prima di dare il via alla manovra a tenaglia tesa ad intrappolare i militanti senza via di rifornimenti.
Negli ultimi giorni, i siriani avevano lasciato una via di fuga per consentire, eventualmente, ai combattenti di abbandonare l’area. A questo punto ci sarebbero, secondo alcune stime, circa 800 militanti accerchiati senza via di scampo.
Salvo una resa, che appare però improbabile, è ragionevole attendersi nei prossimi giorni, scontri sanguinosi su entrambi i lati di questa battaglia.
Al termine di altri scontri, l’esercito è definitivamente entrato all’interno della strategica centrale elettrica di Aleppo sita nella parte nord della sacca che si è venuta a creare.
Nel tardo pomeriggio anche le località di Fah e di Siffah a nord di Umm Turaykiyah, sono state liberate contribuendo a sigillare la linea del fronte da una possibile incursione di militanti da nord.
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Aggiornamento del 21.02.2016
Nella giornata di oggi è più chiara l’importante vittoria messa a segno dall’esercito siriano. I lealisti di Assad stanno liberando uno dopo l’altro villaggi e cittadine nella pianura di Al Safira, snidando alcune decine di combattenti dell’ISIS rimasti intrappolati. Si è appreso, in queste ore, che la maggior parte dei militanti è riuscita a scappare istanti prima che l’accerchiamento fosse concluso. La liberazione ancorché proceda velocemente è rallentata in alcune aree da molti ordigni esplosivi improvvisati piazzati lungo le strade. In serata, tutta l’area, viene ora ormai considerata come liberata dall’esercito seppure ancora non completamente bonificata e in condizioni di sicurezza. Tra villaggi e cittadine più grandi sono almeno 26 le località liberate in 24 ore.
Come effetto immediato della conclusione favorevole della battaglia, centinaia di soldati siriani saranno a breve dispiegati lungo la nuova linea del fronte. I due principali obiettivi sembrano ora essere la città di Al Bab 8-10 km verso nord, e la città di Deyr Hafir 3 km ad est. Se la prima città è strategicamente più importante di Deir Hafir, nel caso venisse prima catturata quest’ultima, la base aerea di Kuweires potrà tornare ad una maggiore funzionalità sia per il controllo del confine con la Turchia, sia per la nuova operazione per raggiungere la base di Tabqa presso la capitale de facto dell’ISIS Raqqa.
(Mappa di SAA reporter, twitter: @Syria_Protector – ROSSO=Esercito Siriano / GRIGIO = ISIS)
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02.02.2016 La Battaglia per rompere l’assedio di Nubl e Zahra volge a favore dei governativi – AGENSU
Due giorni fa, l’esercito arabo siriano ha iniziato un assalto su larga scala ad ovest di Aleppo, per liberare l’assedio di Nubl e Zahra, due città a maggioranza sciita lungamente assediate dalle forze ribelli capeggiate da Jabhat Al-Nusra (ala siriana di Al-Qaeda), e dai gruppi Jabhat Al-Shamiyah e Jaysh Al-Mujahiddeen e l’esercito libero siriano.
All’attacco dell’esercito (SAA) partecipano le forze di difesa popolari (NDF), le milizie libanesi degli Hezbollah e due distinti gruppi di paramilitari iracheni, prevalentemente sciiti.
(Mappa di Islamic World News, twitter: @A7_Mirza)
Sin dal primo giorno la copertura aerea è stata affidata alla forza russa di stanza nel governatorato di Latakia. Per la prima volta si sono visti in azione i nuovi cacciabombardieri Su-35S e i risultati sono arrivati rapidamente. Dopo una impressionante sequenza di oltre 100 sortite nelle prime ore, l’esercito ha sfondato le linee di difesa degli islamisti sul fronte di Baskuy, catturando Duwayr al Zeytoun e la più più importante località di Tal Jibbin, andando così a rinforzare le posizioni lungo il fronte più temuto, quello con l’ISIS che minaccia Aleppo da nord-est.
Nella giornata di ieri la progressione è sembrata inarrestabile con la cattura delle fattorie di Al-Malaah presso Hardatinin dopo violenti combattimenti, e il consolidamento delle posizioni conquistate.
Stamattina i reporter a seguito delle forze governative hanno prima dato notizia della liberazione di Hardatinin e subito dopo dell’ingresso delle truppe nella cittadina di Rytian, dove i combattimenti sono tuttora in corso. Aggiornamenti dell’ultimo minuto riferiscono che la città è “sotto fuoco controllato” il che precede di solito di poche ore l’annuncio della liberazione.
Con questi veloci progressi, gli attaccanti sono a meno di 4 km dalle località di Nubl e Zahra, e il solo centro di Bayanoun li separa dalla rottura dell’assedio mentre Hayann è sotto tiro di artiglieria. Nubbol e Zahra sono assediate da tre anni e all’interno sono stimati 35.000 civili.
Gli islamisti dal canto loro hanno opposto resistenza e bersagliato con razzi le città assediate. Nuovi rinforzi dovrebbero arrivare sul posto.
Probabilmente i nuovi carri armati T-90 in dotazione all’esercito siriano stanno facendo la differenza negli scontri; questi potenti carri di fabbricazione russa (che affiancano i T-72) dispongono di contromisure in grado di resistere ai temibili missili TOW anticarro forniti ai ribelli da potenze straniere.
Come si può osservare dalla mappa, ricucendo l’assedio, verrebbe tagliata una delle principali linee di rifornimento degli islamisti. Se la progressione dovesse proseguire con questo ritmo, è probabile che le forze siriane riescano a raggiungere i commilitoni dall’altra parte del fronte, che sono entrati a loro volta in azione, entro qualche ora.
Giornalisti al seguito riferiscono che c‘è contatto visivo tra le truppe siriane fra i due fronti e che un solo km separa le unità. E’ in corso una violentissima battaglia. Damasco ha appena annunciato che le linee di comunicazione e rifornimento dei miliziani tra la Turchia e Aleppo nord sono state tagliate.
Aggiornamento del 03.02.2016 – Rotto l’assedio di tre anni
Nella giornata di ieri sono stati visti lanciare da tupolev russi tonnellate di equipaggiamento militare nell’enclave governativa. Oggi si apprende che le unità della NDF di Nubl e Zahraa sono uscite dalla sacca ed hanno tagliato le linee di rifornimento degli islamisti tra Mayer e Muarasat Khan mentre l’esercito governativo attacca da Hardatinin.
Tra le vittime dell’operazione congiunta siro-russa figurano almeno due comandanti di Nour al-Din al Zinki l’organizzazione implicata nel rapimento di Greta Ramelli e Vanessa Marzullo. Si tratterebbe di Qatibah Hijazi e Omar Ja’louk, secondo quanto riferiscono giornalisti locali. Anche altri gruppi islamisti hanno ammesso la perdita di vari elementi.
Furiosi combattimenti sono in corso nell’area a nord-ovest di Aleppo tra i lealisti e gli insorti. Le località interessante dagli scontri sono Rityan (circondata), Bayyanoun e Tal Muarasat. Si ha notizia di gruppi di islamisti isolati che avrebbero alzato bandiera bianca.
Ad est di Aleppo, intanto, le unità speciali della Forza Tigre hanno catturato dall’ISIS la città di Al Sin e si sono avvicinati alla centrale elettrica di Aleppo. Al tempo stesso potrebbero convergere sull’area industriale di Aleppo, isolando così centinaia di miliziani.
Poco fa centinaia di combattenti della NDF, provenienti da Nubl e Zahraa hanno preso la cittadina di Mayer ricongiungendosi con le unità dell’esercito che provenivano da est, ponendo fine all’assedio di tre anni.
La battaglia è ancora furiosa ed impegna soprattutto le località a sud dove le forze islamiste sono riuscite ad inviare cospicui rinforzi, mentre a nord i ribelli continuano a bersagliare gli armati di Nubl e Zahra e l’esercito regolare.
L’esito dello scontro rappresenta un enorme successo per le forze di Assad.
Aggiornamento del 04.02.2016 – Espansione delle operazioni militari
(Mappa di Peto Lucem, twitter: @PetoLucem)
La battaglia, finora estremamente sanguinosa, prosegue con rinnovata intensità.
Nella giornata di oggi sono proseguiti pesanti bombardamenti a nord di Aleppo, attribuiti in massima parte ai caccia-bombardieri russi, sulle postazioni di insorti e militanti islamisti. Primi ad approfittarne sono stati i curdi della YPG che hanno catturato due villaggi posti a nord di Nubbol (Ziyarah e Khuraybah). Tra i curdi e l’esercito regolare esiste un tacito accordo di non belligeranza.
L’esercito regolare siriano, appoggiato dalle unità iraniane delle guardie rivoluzionarie e dai paramilitari iracheni ha completato la liberazione della città di Mayer e sta continuando a spingere indietro i militanti dall’area a nord di Zahraa, verso la località di Kafr Naya. Più a est la cittadina di Rityan attaccata già due giorni fa è per la maggior parte controllata dall’esercito, mentre le forze di Al Nusra (ala siriana di Al Qaeda) tentano un contrattacco ad Hardatnain contro le forze lealiste.
I militanti di una fazione di ribelli nel nord di Aleppo avrebbero annunciato di essere pronti a passare dalla parte dei lealisti.
Nel frattempo, numerosi civili hanno abbandonato l’area a nord dell’attuale fronte per raggiungere la frontiera con la Turchia lungo un accesso controllato dai ribelli.
La Russia sospetta un possibile intervento militare turco in Siria, ed ha ammesso, ieri, la perdita di un consigliere militare a seguito di un colpo di mortaio dell’ISIS.
Ad est di Aleppo i miliziani dell’ISIS rischiano di venire intrappolati in una sacca dalle Forze Tigre dell’esercito siriano. I siriani stanno continuando l’accerchiamento e sarebbero già entrati nell’area della centrale elettrica di Aleppo est, strategicamente importante per ridare energia ad ampie zone attualmente prive di elettricità.
— Angelo Gambella
Attualità, International
giovedì gennaio 21, 2016
Editoria archeologica in tempo di guerra: l’Enciclopedia delle antichità di Siria
L’Enciclopedia Araba ha pubblicato il primo ed il secondo volume dell’Enciclopedia delle Antichità di Siria, un’opera che intende mettere in mostra le antichità, i reperti archeologici e i siti storici in Siria.
I due volumi illustrati contengono la descrizione di numerosi siti quali antiche città e colline, anfiteatri, mercati, sepolture, palazzi, castelli e fortificazioni, bagni pubblici, moschee, chiese, e gli oggetti trovati in essi come statue, sarcofagi, gioielli, testi antichi, decorazioni e strumenti lasciati dalle civiltà che si sono avvicendate in Siria. Il tutto è corredato da numerose immagini.
(Agenzia SANA)
L’Agenzia SANA che ha diffuso la notizia, pone attenzione all’approccio scientifico e metodico dell’opera che utilizza fotografie, grafici e mappe di siti, strutture, testi e manufatti, con i soggetti disposti rigorosamente in ordine alfabetico. I primi due volumi consistono in un totale di 656 pagine, iniziando dai soggetti della lettera ‘A’ dell’alfabeto.
L’opera, che è pubblicata in lingua araba, oltre a descrivere siti e manufatti, espone i più importanti fatti sociali, politici, economici, religiosi e le questioni relative ai reperti archeologici, ed inoltre narra di leggende, miti, epopee, tradizioni, costumi, e descrive gli dei venerati nelle varie epoche.
Altro spazio è affidato a biografie delle maggiori figure siriane che hanno avuto un ruolo nella scoperta e nello studio dei ritrovamenti archeologici.
Il Direttore generale dell’Enciclopedia Araba Mahmoud al-Sayyed ha detto che questa enciclopedia è stata pubblicata con l’intervento di un certo numero di specialisti siriani di spicco ed altri ricercatori, nella speranza che possa soddisfare le esigenze tanto degli studiosi che dei lettori neofiti, fornendo un collegamento tra i moderni siriani, i loro antenati ed il passato.
Il supervisore dell’Enciclopedia, capo del Dipartimento Preistoria Ammar Abdelrahman, ha dichiarato che il progetto riguarda la storia della Siria dalla preistoria fino alla fine dell’era islamica, facendo notare che la Siria dispone di artefatti di esseri umani primitivi risalenti a circa un milione di anni, citando in particolare i reperti trovati nel sito di Markho nel governatorato di Lattakia (Laodicea), e il possesso di una parte di un Homo erectus risalente a circa 500 mila anni fa.
Questa pubblicazione è particolarmente importante anche in relazione allo sconvolgimento in atto in Siria dal 2012; un sanguinoso conflitto, iniziato come guerra civile, e proseguito come guerra che include direttamente o indirettamente attori regionali ed internazionali. Attualmente il governo è impegnato in una campagna militare su più fronti per recuperare città e siti archeologici occupati dai miliziani dell’ISIS e da altre formazioni islamiste. In alcuni luoghi a sud-est del governatorato di Homs come ad Al Qaryatayn, antica città assira-cristiana e nella più famosa Palmira, le forze governative hanno stabilito le proprie postazioni alle porte delle città ed attendono l’opportunità di lanciare l’assalto finale sotto la copertura dell’aviazione russa.
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— Angelo Gambella
International, Archeologia
domenica dicembre 20, 2015
Zenobia, figlia di Khaled Al Asaad già direttore delle antichità di Palmira parla brevemente alla tv di stato olandese.
“Sono felice che mio padre non abbia assistito alla distruzione di Palmira da parte dell’ISIS”, ha dichiarato Zenobia.
(da instagram.com/rzbh/)
L’ottantaduenne studioso siriano Khaled Asaad, arrestato dall’ISIS in seguito alla cattura della città nel maggio di quest’anno, fu successivamente decapitato per essersi rifiutato di fornire indicazioni sulla collocazione di importanti reperti archeologici.
Zenobia, che vive attualmente in una diversa città della Siria, non rilasciava interviste per evitare possibili ripercussioni sui familiari ancora presenti nell’area di Palmira.
Il nome Zenobia è un chiaro omaggio alla prima ed unica regina di Palmira (267-272), nata nella Sposa del Deserto nel 240, catturata da Aureliano e morta a Tivoli, forse da donna libera nel 275.
L’antica città di Palmira è un sito di grande importanza archeologica ed è considerata Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
Recentemente Mikhail Piotrovsky, direttore dell’Hermitage, ha dichiarato che il Museo dispone di reperti provenienti da Palmira e sta raccogliendo materiale per contribuire alla ricostruzione della città antica. Intanto anche l’unione astronomica internazionale (IAU) ha omaggiato Palmira con la denominazione di Tadmor (il nome arabo di Palmira) del pianeta Errai B (Gamma Cephei B).
L’esercito siriano, appoggiato dalla forza aerea russa, è impegnato in una operazione militare su larga scala per la riconquista della città. L’attacco viene portato da diverse direttrici e la postazione più avanzata è attualmente a meno di 2 km dall’ingresso occidentale di Palmira.
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— Angelo Gambella
Attualità, International
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