Presentazione libraria a Varese
mercoledì ottobre 24, 2007
Mercoledì 31 ottobre 2007, alle ore 18.00, nella sede della Provincia di Varese (Villa Recalcati, Sala Ambrosoli), il professor Giuseppe Armocida dell'Università dell’Insubria, presidente della Società Storica Varesina, presenterà il volume ''Ab Oblivione Vindicanda - Epigrafi cimiteriali del verbano lombardo. Parte prima. Cimiteri dei comuni a nord della linea della Tresa'', alla cui realizzazione ha cooperato il Magazzeno Storico Verbanese. Il volume (260 pagine, di cui 12 a colori) è stato pubblicato per i tipi della Compagnia de' Bindoni, del Magazzeno Storico Verbanese e con il primario sostegno della Provincia di Varese e il concorso di enti locali del Verbano Lombardo (Comunità Montana Valli del Luinese, Comuni di Dumenza, Luino, Maccagno, Tronzano Lago Maggiore). Al termine della presentazione verrà illustrato il progetto internet di schedatura delle lapidi ed epigrafi dell'area verbanese in corso nel www.verbanensia.org del Magazzeno Storico Verbanese.
— Angelo Gambella
Storiadelmondo numero 49
sabato settembre 1, 2007
Il numero 49 di Storiadelmondo presenta alcune recensioni che spaziano dal fantasy storico, alla storia medievale fino all'antropologia.
Partendo dalla recensione dello splendido volume di Sophia McDougall, "Romanitas", a cura della scrivente, si arriva alla scheda relativa al volume "Antropologia Culturale e Psicopatologia", curata da Giuseppe di Maria, passando attraverso la recensione del volume a cura di Maurizio Buora e Luca Villa. 'Goti nell’arco alpino orientale' preparata da Elena Percivaldi.
Nel percorso di questo numero s'incontra un altro interessante saggio di Gennaro Tedesco sul Risorgimento e l'Europa.
Il sito web della rivista è www.storiadelmondo.com
(Roberta Fidanzia)
— Roberta Fidanzia
Partendo dalla recensione dello splendido volume di Sophia McDougall, "Romanitas", a cura della scrivente, si arriva alla scheda relativa al volume "Antropologia Culturale e Psicopatologia", curata da Giuseppe di Maria, passando attraverso la recensione del volume a cura di Maurizio Buora e Luca Villa. 'Goti nell’arco alpino orientale' preparata da Elena Percivaldi.
Nel percorso di questo numero s'incontra un altro interessante saggio di Gennaro Tedesco sul Risorgimento e l'Europa.
Il sito web della rivista è www.storiadelmondo.com
(Roberta Fidanzia)
Romanitas di Sophia McDougall
sabato settembre 1, 2007
Recensione di Sophia McDougall, Romanitas.
Il primo romanzo della giovane autrice Sophia Mc Dougall è certamente una delle più affascinanti letture degli ultimi tempi, degna erede di grandi autori come J.R.R. Tolkien o l’amatissima, certamente dai cultori del fantasy, Marion Zimmer Bradley.
Sebbene non sia un fantasy nel senso stretto del termine, perché non ci sono popoli di druidi o sacerdotesse da salvare in un’epoca mitica e mitologica che si sogna ed auspica sia esistita, o non ci siano elfi ed hobbit di una fantastica Terra di Mezzo che lottano contro l’espandersi del male o draghi e giovani eroi del mondo di Fantàsia che combattono contro il nulla -si pensi a La Storia infinita di Michael Ende-, che tutto inghiotte e cancella, sin dalla prima pagina di questo corposo racconto si viene rapiti dal vortice degli eventi e dalle ‘voci’ dei personaggi protagonisti di un impero romano mai caduto, anzi ancora vivo e spettacolare come doveva essere a suo tempo.
La trama degli accadimenti è studiata nei minimi dettagli per condurre il lettore all’interno dello scenario, al punto da renderlo partecipe della storia e scegliere di volta in volta in quale personaggio immedesimarsi o contro cui schierarsi per tentare di pilotare il finale nella direzione della giustizia.
Il racconto, i dialoghi e le pause raggiungono il massimo della spontaneità e lo stile è giovane, scorrevole e spigliato. Si percepisce sin dall’inizio che la McDougall è una brillante autrice teatrale.
L’ambientazione. È estremamente affascinante risalire a come poteva essere la storia dell’umanità se solo un evento non fosse accaduto. È proprio quell’evento non svoltosi che cambia lo scenario attuale. È una specie di applicazione della teoria scientifica del multiverso, la presenza di una miriade infinita di universi paralleli creatisi dalle varie possibilità di svolgimento degli eventi. O, ancora, la ‘storia del se fosse’, di cui Umberto Maiorca è latore ufficiale nel nostro periodico “Storiadelmondo”.
A margine del volume è proposta una cronologia alternativa degli eventi storici al fine di ricostruire la ‘nuova’ storia dell’Impero romano. Ci si trova, quindi, immersi in un mondo la cui cartina geografica è segnata da confini nuovi, o meglio più che nuovi diversi, caratterizzati dai nomi che effettivamente i nostri antenati avrebbero dato alle terre scoperte, ad esempio, Mexica o Inca, o Terranova, facenti straordinariamente parte integrante dell’Impero Romano.
La Nionia - geograficamente odierno Giappone e parte del Pacifico - è, invece, il nemico del contemporaneo Impero romano ab urbe condita 2757, l’impero non assoggettato, che è necessario tenere a bada ai confini più remoti. Solo un’altra parte del globo non è Impero romano, resosi indipendente -sempre relativamente alla storia ipotizzata- di recente: il sud dell’Africa. Tutto il resto è Roma, la grande, immensa Roma.
Interessante e straordinaria è la traslitterazione di termini attuali in una specie di latino evoluto inglesizzato o in un inglese tecnologico latinizzato, nel senso che trovandosi in un impero romano del 2004 la tecnologia è simile a quella attuale, ma non può avere i termini a noi noti perché, come detto, la storia non è quella che conosciamo noi, è completamente diversa, pertanto il linguaggio, che è specchio della società dell’uomo, è differente. Si trovano, dunque, termini come longdictor o longvision, di cui non si vuole svelare il significato per lasciare il gusto al lettore di scoprirlo.
Come si è già rimarcato più volte, il romanzo è ambientato in un ipotetico Impero romano contemporaneo. Il primo elemento che salta all’occhio del lettore è l’eclatante assenza del Cristianesimo, sconfitto e cancellato poco dopo le sue origini. I Padri della Chiesa e Sant’Agostino, perni teologici e concettuali dell’essenza e sussistenza del Cristianesimo, non sono mai esistiti o, anche ammettendo la loro esistenza, non hanno svolto quel ruolo di ‘confermatori’ della nuova religione, quella che, sì, ha cambiato la storia dell’uomo.
La conseguenza più sbalorditiva è l’assenza della contrapposizione occidente/oriente. Infatti, anche l’Islam non può avere origine senza il Cristianesimo. L’Ebraismo stesso si configura come qualcosa di particolare, certamente non a larga diffusione. Quindi questo Impero romano del 2000 risulta essere una società in cui il paganesimo è radicato e il culto degli Dei rappresenta il massimo dell’espressione religiosa. Si viene immersi, dunque, soprattutto all’inizio ed al termine del romanzo, in una Roma dai marmi splendenti, dai templi alti e dai fori spaziosi, nella quale ancora vive il fasto della Domus Aurea.
I protagonisti e la trama. Tre i protagonisti principali: uno schiavo condannato alla crocifissione, sua sorella decisa a salvarlo e l’erede dell’Impero, unico uomo che può dare una svolta decisiva alla sua storia e garantirne l’esistenza. Tra di loro nasce un legame indissolubile, anche tormentato, ma sincero e leale, come può essere tra persone che credono negli stessi ideali. Numerosi i co-protagonisti che compaiono sulla scena e che coadiuvano lo svolgimento della storia. Divertente e straordinariamente attuale la descrizione di un minuscolo paese in mezzo alle Alpi, nel cuore dell’Impero, dove gli abitanti mantengono il loro linguaggio non latinizzato e nascondono schiavi e ribelli.
Una, questo il nome dell’assoluta protagonista femminile, è una giovane donna tenace, con il potere di entrare nell’animo e nella mente degli altri. Il fratello, Sulien, ha un potere analogo, ma in un certo senso opposto: può entrare nelle viscere e nel ‘meccanismo’ del corpo umano per guarirlo. Sono entrambi due guaritori, ma lei scoprirà di poterlo essere solo alla fine del romanzo. Fine che, purtroppo e per fortuna, non è una fine.
Marco, l’erede dell’Impero, infatti, vittima di una congiura che ha visto l’assassinio dei suoi genitori (ops… non lo si era detto! E non si dirà altro… dovete leggere il libro!), non è ancora al sicuro e la storia s’interrompe proprio nel momento del ‘e vissero felici e contenti’… che non c’è e lascia in attesa, impaziente almeno per la sottoscritta, di acquistare il secondo e poi il terzo volume della saga. Per sperare che, nemmeno allora, si giunga alla fine.
Sophia McDougall, Romanitas. 2757 A.U.C. L’Impero Romano vive ancora, Newton e Compton editori, 2006, pp. 551, € 9,90.
— Roberta Fidanzia
Il primo romanzo della giovane autrice Sophia Mc Dougall è certamente una delle più affascinanti letture degli ultimi tempi, degna erede di grandi autori come J.R.R. Tolkien o l’amatissima, certamente dai cultori del fantasy, Marion Zimmer Bradley.
Sebbene non sia un fantasy nel senso stretto del termine, perché non ci sono popoli di druidi o sacerdotesse da salvare in un’epoca mitica e mitologica che si sogna ed auspica sia esistita, o non ci siano elfi ed hobbit di una fantastica Terra di Mezzo che lottano contro l’espandersi del male o draghi e giovani eroi del mondo di Fantàsia che combattono contro il nulla -si pensi a La Storia infinita di Michael Ende-, che tutto inghiotte e cancella, sin dalla prima pagina di questo corposo racconto si viene rapiti dal vortice degli eventi e dalle ‘voci’ dei personaggi protagonisti di un impero romano mai caduto, anzi ancora vivo e spettacolare come doveva essere a suo tempo.
La trama degli accadimenti è studiata nei minimi dettagli per condurre il lettore all’interno dello scenario, al punto da renderlo partecipe della storia e scegliere di volta in volta in quale personaggio immedesimarsi o contro cui schierarsi per tentare di pilotare il finale nella direzione della giustizia.
Il racconto, i dialoghi e le pause raggiungono il massimo della spontaneità e lo stile è giovane, scorrevole e spigliato. Si percepisce sin dall’inizio che la McDougall è una brillante autrice teatrale.
L’ambientazione. È estremamente affascinante risalire a come poteva essere la storia dell’umanità se solo un evento non fosse accaduto. È proprio quell’evento non svoltosi che cambia lo scenario attuale. È una specie di applicazione della teoria scientifica del multiverso, la presenza di una miriade infinita di universi paralleli creatisi dalle varie possibilità di svolgimento degli eventi. O, ancora, la ‘storia del se fosse’, di cui Umberto Maiorca è latore ufficiale nel nostro periodico “Storiadelmondo”.
A margine del volume è proposta una cronologia alternativa degli eventi storici al fine di ricostruire la ‘nuova’ storia dell’Impero romano. Ci si trova, quindi, immersi in un mondo la cui cartina geografica è segnata da confini nuovi, o meglio più che nuovi diversi, caratterizzati dai nomi che effettivamente i nostri antenati avrebbero dato alle terre scoperte, ad esempio, Mexica o Inca, o Terranova, facenti straordinariamente parte integrante dell’Impero Romano.
La Nionia - geograficamente odierno Giappone e parte del Pacifico - è, invece, il nemico del contemporaneo Impero romano ab urbe condita 2757, l’impero non assoggettato, che è necessario tenere a bada ai confini più remoti. Solo un’altra parte del globo non è Impero romano, resosi indipendente -sempre relativamente alla storia ipotizzata- di recente: il sud dell’Africa. Tutto il resto è Roma, la grande, immensa Roma.
Interessante e straordinaria è la traslitterazione di termini attuali in una specie di latino evoluto inglesizzato o in un inglese tecnologico latinizzato, nel senso che trovandosi in un impero romano del 2004 la tecnologia è simile a quella attuale, ma non può avere i termini a noi noti perché, come detto, la storia non è quella che conosciamo noi, è completamente diversa, pertanto il linguaggio, che è specchio della società dell’uomo, è differente. Si trovano, dunque, termini come longdictor o longvision, di cui non si vuole svelare il significato per lasciare il gusto al lettore di scoprirlo.
Come si è già rimarcato più volte, il romanzo è ambientato in un ipotetico Impero romano contemporaneo. Il primo elemento che salta all’occhio del lettore è l’eclatante assenza del Cristianesimo, sconfitto e cancellato poco dopo le sue origini. I Padri della Chiesa e Sant’Agostino, perni teologici e concettuali dell’essenza e sussistenza del Cristianesimo, non sono mai esistiti o, anche ammettendo la loro esistenza, non hanno svolto quel ruolo di ‘confermatori’ della nuova religione, quella che, sì, ha cambiato la storia dell’uomo.
La conseguenza più sbalorditiva è l’assenza della contrapposizione occidente/oriente. Infatti, anche l’Islam non può avere origine senza il Cristianesimo. L’Ebraismo stesso si configura come qualcosa di particolare, certamente non a larga diffusione. Quindi questo Impero romano del 2000 risulta essere una società in cui il paganesimo è radicato e il culto degli Dei rappresenta il massimo dell’espressione religiosa. Si viene immersi, dunque, soprattutto all’inizio ed al termine del romanzo, in una Roma dai marmi splendenti, dai templi alti e dai fori spaziosi, nella quale ancora vive il fasto della Domus Aurea.
I protagonisti e la trama. Tre i protagonisti principali: uno schiavo condannato alla crocifissione, sua sorella decisa a salvarlo e l’erede dell’Impero, unico uomo che può dare una svolta decisiva alla sua storia e garantirne l’esistenza. Tra di loro nasce un legame indissolubile, anche tormentato, ma sincero e leale, come può essere tra persone che credono negli stessi ideali. Numerosi i co-protagonisti che compaiono sulla scena e che coadiuvano lo svolgimento della storia. Divertente e straordinariamente attuale la descrizione di un minuscolo paese in mezzo alle Alpi, nel cuore dell’Impero, dove gli abitanti mantengono il loro linguaggio non latinizzato e nascondono schiavi e ribelli.
Una, questo il nome dell’assoluta protagonista femminile, è una giovane donna tenace, con il potere di entrare nell’animo e nella mente degli altri. Il fratello, Sulien, ha un potere analogo, ma in un certo senso opposto: può entrare nelle viscere e nel ‘meccanismo’ del corpo umano per guarirlo. Sono entrambi due guaritori, ma lei scoprirà di poterlo essere solo alla fine del romanzo. Fine che, purtroppo e per fortuna, non è una fine.
Marco, l’erede dell’Impero, infatti, vittima di una congiura che ha visto l’assassinio dei suoi genitori (ops… non lo si era detto! E non si dirà altro… dovete leggere il libro!), non è ancora al sicuro e la storia s’interrompe proprio nel momento del ‘e vissero felici e contenti’… che non c’è e lascia in attesa, impaziente almeno per la sottoscritta, di acquistare il secondo e poi il terzo volume della saga. Per sperare che, nemmeno allora, si giunga alla fine.
Sophia McDougall, Romanitas. 2757 A.U.C. L’Impero Romano vive ancora, Newton e Compton editori, 2006, pp. 551, € 9,90.
La Grecia contemporanea 1974-2006
sabato settembre 1, 2007
E' stato pubblicato il libro "La Grecia contemporanea 1974-2006", di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco e Ninni Radicini, edito da Polistampa (Firenze) nella collana Fondazione Spadolini / Nuova Antologia, con la prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera.
Il libro è suddiviso in capitoli scritti separatamente da ciascun autore. Ninni Radicini analizza la politica interna del paese ellenico dal 1974 a oggi, esponendo le vicende che hanno condotto il paese al consolidamento del bipolarismo e di un'alternanza governativa. Vincenzo Greco spiega la politica estera attuata dai governi di Atene, con speciale attenzione ai temi cui è stata dedicata maggiore attenzione: le relazioni con la Turchia, la questione di Cipro, l'adesione della Repubblica Ellenica nelle strutture comunitarie europee (CEE e poi UE), il contenzioso per la Macedonia. Rudy Caparrini ha diviso il suo lavoro in due capitoli: uno di carattere generale, finalizzato a spiegare lo sviluppo economico e il mutamento sociale che la Repubblica Ellenica ha conosciuto nell'ultimo trentennio; l'altro di tipo più specifico dedicato per intero al 2004, l'anno che ha consacrato la Repubblica Ellenica come realtà di tutto rispetto a livello internazionale.
Il libro "La Grecia contemporanea 1974-2006" è stato presentato a Roma il 20 aprile nella sede della Stampa estera e il 30 aprile
presso il Consiglio Regionale della Toscana. Il 16 maggio è stato presentato all'Istituto Italiano di Cultura di Atene.
— Angelo Gambella
Il libro è suddiviso in capitoli scritti separatamente da ciascun autore. Ninni Radicini analizza la politica interna del paese ellenico dal 1974 a oggi, esponendo le vicende che hanno condotto il paese al consolidamento del bipolarismo e di un'alternanza governativa. Vincenzo Greco spiega la politica estera attuata dai governi di Atene, con speciale attenzione ai temi cui è stata dedicata maggiore attenzione: le relazioni con la Turchia, la questione di Cipro, l'adesione della Repubblica Ellenica nelle strutture comunitarie europee (CEE e poi UE), il contenzioso per la Macedonia. Rudy Caparrini ha diviso il suo lavoro in due capitoli: uno di carattere generale, finalizzato a spiegare lo sviluppo economico e il mutamento sociale che la Repubblica Ellenica ha conosciuto nell'ultimo trentennio; l'altro di tipo più specifico dedicato per intero al 2004, l'anno che ha consacrato la Repubblica Ellenica come realtà di tutto rispetto a livello internazionale.
Il libro "La Grecia contemporanea 1974-2006" è stato presentato a Roma il 20 aprile nella sede della Stampa estera e il 30 aprile
presso il Consiglio Regionale della Toscana. Il 16 maggio è stato presentato all'Istituto Italiano di Cultura di Atene.
L'incastellamento nell'Europa occidentale
domenica agosto 5, 2007
Pubblicato il volume "L'incastellamento nell'Europa occidentale. Fonti e dibattito storiografico" di Alberto Sciascia, edito da Marco Valerio (2007).
I castelli medievali rappresentano una forma di insediamento ricca di interesse e di fascino per le implicazioni materiali, politiche e sociali legate alle origini e alle funzioni svolte. Il potere esercitato dai detentori di un castello risulta evidente nelle architetture apprezzabili in Italia e nell'Europa continentale e insulare. Quest'opera delinea i tratti essenziali del dibattito storiografico intorno al processo d'incastellamento presentando i modelli interpretativi di alcuni tra i più importanti medievisti europei e offrendo esempi relativi alle metodologie di ricerca, all'analisi delle fonti e alla ricostruzione delle dinamiche insediative che nel basso Medioevo hanno interessato i Paesi dell'Europa occidentale.
— Angelo Gambella
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I castelli medievali rappresentano una forma di insediamento ricca di interesse e di fascino per le implicazioni materiali, politiche e sociali legate alle origini e alle funzioni svolte. Il potere esercitato dai detentori di un castello risulta evidente nelle architetture apprezzabili in Italia e nell'Europa continentale e insulare. Quest'opera delinea i tratti essenziali del dibattito storiografico intorno al processo d'incastellamento presentando i modelli interpretativi di alcuni tra i più importanti medievisti europei e offrendo esempi relativi alle metodologie di ricerca, all'analisi delle fonti e alla ricostruzione delle dinamiche insediative che nel basso Medioevo hanno interessato i Paesi dell'Europa occidentale.