E' stato pubblicato il terzo volume della collana Studi storici sul Medioevo Italiano edita da Drengo in collaborazione con l'Associazione Medioevo Italiano.
Il volume affronta La Guerra nel Medioevo: il concetto, le battaglie, i personaggi, la cavalleria, i centri fortificati, attraverso i contributi di 5 studiosi del Medioevo.
Il volume comprende i contributi di Renzo Paternoster, La 'bella' contesa: la guerra nel Medioevo;
Ulderico Nisticò, Ascendant ad montes. La difesa passiva e attiva dello Ionio calabrese in età bizantina;
Angelo Gambella, Rainulfo di Alife. Uomo di guerra normanno;
Umberto Maiorca, La battaglia di Bouvines;
Paolo Gravina, La società feudale e la cultura cavalleresca nella Napoli angioina, da Carlo I a Roberto il saggio (1266 - 1343).
Medioevo in Guerra, a cura di A. Gambella, pp. 180, Drengo, Roma, 2008. ISBN 978-88-88812-19-9 Euro 12,00
— Medioevo in Guerra
mercoledì dicembre 3, 2008
Angelo GambellaPromozione del Libro Medievale
mercoledì aprile 23, 2008
Oggi, per la Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d'Autore dell'UNESCO, l'Associazione Medioevo Italiano Project promuove il "Libro Medievale" con un dibattito sullo stato dell'editoria per la Storia medievale. Il dibattito è aperto al pubblico degli interessati attraverso un Forum appositamente costituito sul sito web www.medioevoitaliano.it.
— Angelo Gambella
Online il numero 52 di Storiadelmondo
lunedì aprile 7, 2008
E' stato pubblicato oggi il numero 52 di Storiadelmondo, periodico telematico di Storia e Scienze Umane diretto da Roberta Fidanzia, con questo indice:
Angelo Gambella, I Seminari di Marzo di MIP e SISAEM.
Luca Giambonino, Rari bronzi tardo imperiali. Dall'imperatore Valentiniano I all'augusta Zenonis.
Aldo C. Marturano, Novgorod la grande.
Gennaro Tedesco, L'Europa della Resturazione.
La rivista è di pubblico accesso all'indirizzo http://www.storiadelmondo.com
Il prossimo numero è in calendario per il 21 aprile.
— Angelo Gambella
Angelo Gambella, I Seminari di Marzo di MIP e SISAEM.
Luca Giambonino, Rari bronzi tardo imperiali. Dall'imperatore Valentiniano I all'augusta Zenonis.
Aldo C. Marturano, Novgorod la grande.
Gennaro Tedesco, L'Europa della Resturazione.
La rivista è di pubblico accesso all'indirizzo http://www.storiadelmondo.com
Il prossimo numero è in calendario per il 21 aprile.
Il 51° numero di Storiadelmondo
lunedì dicembre 31, 2007
Questo l'indice del numero 51 di Storiadelmondo
Raffaela Tortorelli, Il monachesimo italo-greco e gli insediamenti rupestri (secc. X-XII) nell'area appulo-lucana. L'esperienza monastica greca e i rapporti con il monachesimo benedettino in Puglia e nell'Italia meridionale.
Angelo Gambella, I monasteri di S. Salvatore di Alife e di S. Maria in Cingla in età normanna e sveva.
Luigi Russo, Capua agli inizi del XIX secolo. Studi sul catasto provvisorio.
Gennaro Tedesco, I problemi dell'Italia post-unitaria.
— Roberta Fidanzia
Raffaela Tortorelli, Il monachesimo italo-greco e gli insediamenti rupestri (secc. X-XII) nell'area appulo-lucana. L'esperienza monastica greca e i rapporti con il monachesimo benedettino in Puglia e nell'Italia meridionale.
Angelo Gambella, I monasteri di S. Salvatore di Alife e di S. Maria in Cingla in età normanna e sveva.
Luigi Russo, Capua agli inizi del XIX secolo. Studi sul catasto provvisorio.
Gennaro Tedesco, I problemi dell'Italia post-unitaria.
The Art of the Franciscan Order in Italy di W. R. Cook
lunedì dicembre 17, 2007
Recensione a William R. Cook (a cura di), The Art of the Franciscan Order in Italy
Il volume qui presentato è uno splendido esempio di come uno studio multidisciplinare possa portare luce su uno degli aspetti più controversi della storia del movimento francescano.
Fin dalle origini, infatti, il Francescanesimo ha professato la sua totale devozione all’ideale di povertà, sulla scia dello straordinario e nobilissimo esempio del Santo patrono d’Italia. L’Amore per Madonna Povertà è stato lo scopo sublime di Francesco ed il motore propulsore dell’Ordine.
Per questo motivo, spesso, francescani delle origini e critici più o meno contemporanei, hanno opposto all’esplosione della magnificenza dell’arte francescana, una strenua ed agguerrita resistenza, invocando una sorta di condanna verso l’estasi estetica dell’espressione artistica, nella quale vedevano la celebrazione della materialità e la contraddizione del sublime ideale.
Soprattutto, infatti, vedevano al suo interno il rifiuto palese, evidente, inaccettabile, del motivo fondativo dell’Ordine stesso. L’esaltazione della corporeità, della fisicità, ma soprattutto della ricchezza della celebrazione contrastava, secondo le interpretazioni più restrittive, con l’aspirazione ascetica alla povertà. L’amata Povertà di Francesco si scontrava con la ricchezza splendente dell’arte che ne celebrava la vita, la missione e la santità.
Questo volume di saggi, realizzato da studiosi statunitensi e britannici, presenta un’interessantissima panoramica sull’arte francescana nel tardo medioevo e nella prima età moderna in Italia, rivalutando completamente l’opera, il significato e la missione della medesima.
Attraverso la lettura dei vari saggi ivi proposti, si giunge ad una visione interdisciplinare della problematica in esame e, soprattutto, si evince che il rifiuto della bellezza estetica e della sontuosità dell’arte francescana nasce da un errore interpretativo fondamentale, che in questa sede si tenterà di contribuire a chiarire.
A partire dalla costruzione della Basilica d’Assisi, luogo in cui riposano le amate spoglie del ‘sole d’oriente’, l’Ordine francescano ha subito un movimento tellurico al suo interno, scindendosi in due correnti di pensiero opposte. La prima, appunto, che ha rifiutato tale fastosità, asserendo motivazioni ideali di conformità all’esempio del Santo. La seconda, che, di contro, ha sostenuto l’elaborazione meravigliosa dell’arte francescana, evidenziando come, nello stesso spirito di Francesco, regnasse l’ideale di esaltazione della bellezza del Creato e, necessariamente consequenziale, del suo Creatore.
La perfezione estetica dell’arte francescana non è celebrazione dell’uomo, non è auto-celebrativa ed auto-referenziale, è celebrazione del Signore, celebrazione della sublime bellezza del Creatore del cielo e della terra, e del Creatore dell’uomo, che a Lui deve ogni cosa.
È esaltazione della Sua grandezza, della Sua generosità, della Sua volontà di Bene e Bellezza. Il senso estetico è anche divulgazione della religione, dei dogmi, della fede. Attraverso le immagini della vita di Cristo e della vita di Francesco, anche gli illetterati avevano la possibilità di conoscere gli elementi fondamentali della religione cristiana.
La prima espressione sublime d’arte francescana l’ha offerta lo stesso Francesco con la rappresentazione del Presepe. La nascita del Salvatore, di Colui che si fa uomo, piccolo, umile, bisognoso, povero tra i poveri, eppure più potente di tutti i potenti. È la celebrazione dell’Amore, quell’Amore universale, nel senso che copre ed avvolge ogni creatura ed ogni schiera e che deriva dall’Unico motore della vita che è Dio. È teologia allo stato puro. Com’è teologia l’arte francescana. La costruzione della Basilica è glorificazione di Francesco, del povero Francesco, che ha amato Dio al di sopra di ogni cosa e che ha ripercorso la vita di Cristo, del Figlio salvatore. Dunque, non è rievocazione dell’uomo Francesco, ma del Santo di Dio: è esaltazione di Dio stesso. E lo stesso Francesco insegnava che per il Gran Signore, per il Gran Re, dovevano essere disposti tutti gli onori. Questo è il Poverello: il cavaliere del Gran Re, l’araldo del Gran Signore. Il suo è un ideale intriso di cavalleria, non la cavalleria di Don Chisciotte e Sancho Panza, ma la cavalleria medievale, la vera cavalleria, quella che aveva per ideale il Cristianesimo, il Cristo, Iddio. Non il giullare senza cultura, il burlone, il fanfarone che ce l’aveva con i ricchi ed i potenti, come la più mediocre vulgata lo diffonde, soprattutto ai giorni d’oggi.
Si sbaglia se non si vede in Francesco l’esempio tangibile dell’uomo medievale; si sbaglia se non si vede nell’esaltazione artistica francescana l’esaltazione del Creatore, una sorta di celebrazione della Messa, che è la celebrazione del Signore, alla portata di tutti. Chiunque può ‘leggere’ la Bibbia, chiunque può ‘leggere’ il Vangelo ed ognuno può ‘leggere’ dell’esempio dell’uomo che lo ha seguito nel più piccolo dettaglio. Attraverso gli affreschi, i dipinti, le raffigurazioni dei miracoli, le rappresentazioni degli episodi salienti della vita del Santo, ognuno può conoscere il Cristianesimo.
È chiaro che vi sarà chi ‘legge’ ad un primo livello, solo esperienziale, superficiale; chi ‘legge’ ad un livello storico ed interpretativo e chi ‘legge’ ad un terzo livello, che è quello filosofico e teologico. Ma l’elemento fondamentale è che la lettura al primo livello è accessibile a tutti quanti vogliano farlo.
L’arte francescana, quindi, è stata veicolo di divulgazione dell’opera di Francesco e del Vangelo di Cristo, ma anche strumento di elevazione, individuale e collettiva. Ha avuto influenze in ogni campo in Italia, ma anche all’estero.
Come l’opera somma di Dante, la Commedia, è arte francescana. È percorso di salvazione, visione sublime e salvifica del Divino. Non farsa strumentale e politica nel senso più bieco. La Commedia è la vita dell’uomo; rappresenta, come il francescanesimo e quindi come la sua arte, la possibilità per l’uomo di raggiungere il sommo Bene, attraverso la fede, attraverso il credo nei principi del Cristianesimo, che grazie a quest’arte sono stati resi accessibili, splendenti e non tetri, portatori di luce e non di tenebra, vivificanti nel nome di Dio e di Cristo, donatori di vita.
L’attenzione del volume è concentrata sull’Italia fino al XV secolo ed è documentata da un abbondante apparato iconografico, in parte in bianco e nero, ed in parte a colori, che rende perfettamente l’idea della linea degli Autori ed offre un tangibile esempio di quanto da essi sostenuto nei propri studi, siano essi studi storici in senso stretto, di storia dell’arte, di critica letteraria e di teologia.
Per pura utilità del Lettore, si riporta l’indice dei contenuti del Volume:
Donald Cooper, “In loco putissimo et firmissimo”: The Tomb of St. Francis in History, Legend and Art
Janet Robson, The Pilgrim’s Progress: Reinterpreting the Trecento Frasco Programme in the Lower Church at Assisi
Daniel T. Michaels, The Exterior Facade of the Basilica of St. Francis in Assisi
Marylin Aronberg Lavin, Cimabue at Assisi: The Virgin, the ‘Song of Songs’, and the Gift of Love
Thomas de Wessolow, The Date of the St Francis Cycle in the Upper Church of San Francesco at Assisi: The Evidence of Copies and Considerations of Method
Beth A. Mulwaney, The Beholder as Witness: The ‘Crib at Greccio’ from the Upper Church of San Francesco, Assisi and Franciscan Influence on Late Medieval Art in Italy
Ronald B. Herzman, ‘I Speak not yet of Proof’: Dante and the Art of Assisi
Gregory W. Ahlquist and William R. Cook, The Representation of Posthumous Miracles of St. Francis of Assisi on Thirteenth-Century Italian Painting
Nancy M. Thompson, Cooperation and Conflict: Stained Glass in the Bardi Chapel of Santa Croce
William R. Cook (a cura di), The Art of the Franciscan Order in Italy, Brill, Leiden – Boston, 2005, pp. xxi, 297, 52 pp. tavv. b.n., 47 pp. tavv. col.
— Roberta Fidanzia
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Il volume qui presentato è uno splendido esempio di come uno studio multidisciplinare possa portare luce su uno degli aspetti più controversi della storia del movimento francescano.
Fin dalle origini, infatti, il Francescanesimo ha professato la sua totale devozione all’ideale di povertà, sulla scia dello straordinario e nobilissimo esempio del Santo patrono d’Italia. L’Amore per Madonna Povertà è stato lo scopo sublime di Francesco ed il motore propulsore dell’Ordine.
Per questo motivo, spesso, francescani delle origini e critici più o meno contemporanei, hanno opposto all’esplosione della magnificenza dell’arte francescana, una strenua ed agguerrita resistenza, invocando una sorta di condanna verso l’estasi estetica dell’espressione artistica, nella quale vedevano la celebrazione della materialità e la contraddizione del sublime ideale.
Soprattutto, infatti, vedevano al suo interno il rifiuto palese, evidente, inaccettabile, del motivo fondativo dell’Ordine stesso. L’esaltazione della corporeità, della fisicità, ma soprattutto della ricchezza della celebrazione contrastava, secondo le interpretazioni più restrittive, con l’aspirazione ascetica alla povertà. L’amata Povertà di Francesco si scontrava con la ricchezza splendente dell’arte che ne celebrava la vita, la missione e la santità.
Questo volume di saggi, realizzato da studiosi statunitensi e britannici, presenta un’interessantissima panoramica sull’arte francescana nel tardo medioevo e nella prima età moderna in Italia, rivalutando completamente l’opera, il significato e la missione della medesima.
Attraverso la lettura dei vari saggi ivi proposti, si giunge ad una visione interdisciplinare della problematica in esame e, soprattutto, si evince che il rifiuto della bellezza estetica e della sontuosità dell’arte francescana nasce da un errore interpretativo fondamentale, che in questa sede si tenterà di contribuire a chiarire.
A partire dalla costruzione della Basilica d’Assisi, luogo in cui riposano le amate spoglie del ‘sole d’oriente’, l’Ordine francescano ha subito un movimento tellurico al suo interno, scindendosi in due correnti di pensiero opposte. La prima, appunto, che ha rifiutato tale fastosità, asserendo motivazioni ideali di conformità all’esempio del Santo. La seconda, che, di contro, ha sostenuto l’elaborazione meravigliosa dell’arte francescana, evidenziando come, nello stesso spirito di Francesco, regnasse l’ideale di esaltazione della bellezza del Creato e, necessariamente consequenziale, del suo Creatore.
La perfezione estetica dell’arte francescana non è celebrazione dell’uomo, non è auto-celebrativa ed auto-referenziale, è celebrazione del Signore, celebrazione della sublime bellezza del Creatore del cielo e della terra, e del Creatore dell’uomo, che a Lui deve ogni cosa.
È esaltazione della Sua grandezza, della Sua generosità, della Sua volontà di Bene e Bellezza. Il senso estetico è anche divulgazione della religione, dei dogmi, della fede. Attraverso le immagini della vita di Cristo e della vita di Francesco, anche gli illetterati avevano la possibilità di conoscere gli elementi fondamentali della religione cristiana.
La prima espressione sublime d’arte francescana l’ha offerta lo stesso Francesco con la rappresentazione del Presepe. La nascita del Salvatore, di Colui che si fa uomo, piccolo, umile, bisognoso, povero tra i poveri, eppure più potente di tutti i potenti. È la celebrazione dell’Amore, quell’Amore universale, nel senso che copre ed avvolge ogni creatura ed ogni schiera e che deriva dall’Unico motore della vita che è Dio. È teologia allo stato puro. Com’è teologia l’arte francescana. La costruzione della Basilica è glorificazione di Francesco, del povero Francesco, che ha amato Dio al di sopra di ogni cosa e che ha ripercorso la vita di Cristo, del Figlio salvatore. Dunque, non è rievocazione dell’uomo Francesco, ma del Santo di Dio: è esaltazione di Dio stesso. E lo stesso Francesco insegnava che per il Gran Signore, per il Gran Re, dovevano essere disposti tutti gli onori. Questo è il Poverello: il cavaliere del Gran Re, l’araldo del Gran Signore. Il suo è un ideale intriso di cavalleria, non la cavalleria di Don Chisciotte e Sancho Panza, ma la cavalleria medievale, la vera cavalleria, quella che aveva per ideale il Cristianesimo, il Cristo, Iddio. Non il giullare senza cultura, il burlone, il fanfarone che ce l’aveva con i ricchi ed i potenti, come la più mediocre vulgata lo diffonde, soprattutto ai giorni d’oggi.
Si sbaglia se non si vede in Francesco l’esempio tangibile dell’uomo medievale; si sbaglia se non si vede nell’esaltazione artistica francescana l’esaltazione del Creatore, una sorta di celebrazione della Messa, che è la celebrazione del Signore, alla portata di tutti. Chiunque può ‘leggere’ la Bibbia, chiunque può ‘leggere’ il Vangelo ed ognuno può ‘leggere’ dell’esempio dell’uomo che lo ha seguito nel più piccolo dettaglio. Attraverso gli affreschi, i dipinti, le raffigurazioni dei miracoli, le rappresentazioni degli episodi salienti della vita del Santo, ognuno può conoscere il Cristianesimo.
È chiaro che vi sarà chi ‘legge’ ad un primo livello, solo esperienziale, superficiale; chi ‘legge’ ad un livello storico ed interpretativo e chi ‘legge’ ad un terzo livello, che è quello filosofico e teologico. Ma l’elemento fondamentale è che la lettura al primo livello è accessibile a tutti quanti vogliano farlo.
L’arte francescana, quindi, è stata veicolo di divulgazione dell’opera di Francesco e del Vangelo di Cristo, ma anche strumento di elevazione, individuale e collettiva. Ha avuto influenze in ogni campo in Italia, ma anche all’estero.
Come l’opera somma di Dante, la Commedia, è arte francescana. È percorso di salvazione, visione sublime e salvifica del Divino. Non farsa strumentale e politica nel senso più bieco. La Commedia è la vita dell’uomo; rappresenta, come il francescanesimo e quindi come la sua arte, la possibilità per l’uomo di raggiungere il sommo Bene, attraverso la fede, attraverso il credo nei principi del Cristianesimo, che grazie a quest’arte sono stati resi accessibili, splendenti e non tetri, portatori di luce e non di tenebra, vivificanti nel nome di Dio e di Cristo, donatori di vita.
L’attenzione del volume è concentrata sull’Italia fino al XV secolo ed è documentata da un abbondante apparato iconografico, in parte in bianco e nero, ed in parte a colori, che rende perfettamente l’idea della linea degli Autori ed offre un tangibile esempio di quanto da essi sostenuto nei propri studi, siano essi studi storici in senso stretto, di storia dell’arte, di critica letteraria e di teologia.
Per pura utilità del Lettore, si riporta l’indice dei contenuti del Volume:
Donald Cooper, “In loco putissimo et firmissimo”: The Tomb of St. Francis in History, Legend and Art
Janet Robson, The Pilgrim’s Progress: Reinterpreting the Trecento Frasco Programme in the Lower Church at Assisi
Daniel T. Michaels, The Exterior Facade of the Basilica of St. Francis in Assisi
Marylin Aronberg Lavin, Cimabue at Assisi: The Virgin, the ‘Song of Songs’, and the Gift of Love
Thomas de Wessolow, The Date of the St Francis Cycle in the Upper Church of San Francesco at Assisi: The Evidence of Copies and Considerations of Method
Beth A. Mulwaney, The Beholder as Witness: The ‘Crib at Greccio’ from the Upper Church of San Francesco, Assisi and Franciscan Influence on Late Medieval Art in Italy
Ronald B. Herzman, ‘I Speak not yet of Proof’: Dante and the Art of Assisi
Gregory W. Ahlquist and William R. Cook, The Representation of Posthumous Miracles of St. Francis of Assisi on Thirteenth-Century Italian Painting
Nancy M. Thompson, Cooperation and Conflict: Stained Glass in the Bardi Chapel of Santa Croce
William R. Cook (a cura di), The Art of the Franciscan Order in Italy, Brill, Leiden – Boston, 2005, pp. xxi, 297, 52 pp. tavv. b.n., 47 pp. tavv. col.