Cittadini milanesi in difesa della "medievalità"
giovedì novembre 20, 2008
CHIARAVALLE (MILANO) - La valorizzazione e la preservazione di un piccolo, grande microcosmo medievale affidate alla sensibilità dei cittadini che vi abitano attorno. Succede a Chiaravalle, borgo alla periferia di Milano, che affonda le sue radici nel lontano 1135, anno di fondazione dell’abbazia cistercense che ancor oggi ne costituisce il cuore e il ganglo vitale. Un angolo di pace e serenità, popolato da uomini e donne che vivono la modernità consapevoli di risiedere accanto a un raro esempio di locus amenus che tuttora conserva l’atmosfera e l’aspetto originario degli anni in cui i frati seguaci di San Bernardo decisero di fare della minuta frazione mediolanense la loro sede privilegiata nell’ex Longobardia. Proprio per questo il comitato di residenti ha attivato una serie di azioni civiche e sociali per aumentare la vivibilità e la fruizione del borgo. Il tutto tramite iniziative originali e socialmente utili. Come il “Chiarastop”, un servizio di cortesia tra cittadini, finalizzato a fornire passaggi in automobile a persone che devono raggiungere Chiaravalle dal capoluogo per visitare il monastero o partecipare alle funzioni religiose, lanciato lo scorso 11 novembre e che ha già riscosso un discreto successo. Per usufruire del servizio è necessario fornire le proprie generalità all’associazione "Borgo di Chiaravalle", per ottenere un tesserino annuale del costo di 2 euro che deve essere presentato da chi richiede il passaggio all’automobilista disposto a concederlo.
Chi volesse iscriversi come utente o fornitore di passaggi può rivolgersi ai numeri telefonici 339.5324006 o 339.6916040 oppure inviare una email a info@borgodichiaravalle.it. Ma l’attenzione nei confronti della conservazione dell’unicità del borgo e la sensibilità dei residenti verso la necessità di valorizzare l’abbazia del XII secolo passa anche da un’altra iniziativa, periodicamente organizzata durante i fine settimana. Ovvero “Puliamo Chiaravalle”, durante la quale i cittadini di buona volontà si dedicano alla raccolta di rifiuti e immondizie nell’area abbaziale, con particolare attenzione agli orti e ai campi che ancor oggi vengono coltivati dai frati della Clairvaux meneghina.
Un vero e proprio esempio di partecipazione dei cittadini alla difesa di un luogo che trasuda storia e tradizione in un’epoca troppo spesso caratterizzata dalla latitanza e dalla negligenza di istituzioni ed enti deputati alla tutela del patrimonio culturale del territorio. Per informazioni è possibile cliccare sul sito Web www.borgodichiaravalle.it.
Luigi Barnaba Frigoli
— corsista
Kailash, la montagna degli dèi
venerdì agosto 1, 2008
Kailash, la montagna degli dèi. Pellegrinaggio in Tibet sulle orme di Giuseppe Tucci". E' questo il titolo della mostra fotografica che dal 2 al 24 agosto (orario: 10:00-13:00, 16:00-19:00) sarà ospitata nella Biblioteca Comunale di San Polo dei Cavalieri, cittadina alle porte di Roma cara a Giuseppe Tucci, fondatore dell'Ismeo, oggi Isiao.
Alla cerimonia di inaugurazione della mostra, in programma il 2 agosto, alle ore 18:00, interverranno, oltre alla professoressa Rosa Maria Cimino (docente di Archeologia e Storia dell'Arte dell'India all'università del Salento e socia dell'Isiao), l'autrice degli scatti, la professoressa Marialuna di Mattia (docente di storia tibetana a "La Sapienza" di Roma) e il professor Massimiliano A. Polichetti (responsabile dell'area Tibet presso il museo Nazionale d'Arte Orientale "G. Tucci").
L'evento è stato organizzato dall'Isiao (Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente), dal Museo d'Arte Orientale "G. Tucci" di Roma e dalla Biblioteca Comunale di San Polo in Cavalieri.
Le fotografie che saranno esposte nella cittadina sono relative ad un viaggio "affascinante, faticoso e stimolante", dice l'autrice, compiuto sul monte Kailash nel corso del 2003 grazie ad un
progetto di Arte Nomade.
"Il monte Kailash, situato a 4.600 metri d'altezza, è uno dei luoghi più sacri al mondo e accoglie pellegrini di ben quattro religioni: Induismo, Jainismo, Buddhismo e Bon, cioè di un'altra religione diffusa in Tibet", ha dichiarato la professoressa Cimino.
L'intento della mostra, che prima di approdare a San Polo in Cavalieri era già stata allestita a Roma, a Torino e a Lecce, è duplice: da una parte si vuole offrire al visitatore un sunto dell'esperienza del viaggio, delle caratteristiche paesaggistiche di questa zona del Tibet e delle difficoltà a cui i partecipanti alla spedizione hanno dovuto far fronte; dall'altro fornire un quadro dei significati religiosi e spirituali insiti nei pellegrinaggi che hanno come meta il monte Kailash.
— Roberta Fidanzia
Alla cerimonia di inaugurazione della mostra, in programma il 2 agosto, alle ore 18:00, interverranno, oltre alla professoressa Rosa Maria Cimino (docente di Archeologia e Storia dell'Arte dell'India all'università del Salento e socia dell'Isiao), l'autrice degli scatti, la professoressa Marialuna di Mattia (docente di storia tibetana a "La Sapienza" di Roma) e il professor Massimiliano A. Polichetti (responsabile dell'area Tibet presso il museo Nazionale d'Arte Orientale "G. Tucci").
L'evento è stato organizzato dall'Isiao (Istituto Italiano per l'Africa e l'Oriente), dal Museo d'Arte Orientale "G. Tucci" di Roma e dalla Biblioteca Comunale di San Polo in Cavalieri.
Le fotografie che saranno esposte nella cittadina sono relative ad un viaggio "affascinante, faticoso e stimolante", dice l'autrice, compiuto sul monte Kailash nel corso del 2003 grazie ad un
progetto di Arte Nomade.
"Il monte Kailash, situato a 4.600 metri d'altezza, è uno dei luoghi più sacri al mondo e accoglie pellegrini di ben quattro religioni: Induismo, Jainismo, Buddhismo e Bon, cioè di un'altra religione diffusa in Tibet", ha dichiarato la professoressa Cimino.
L'intento della mostra, che prima di approdare a San Polo in Cavalieri era già stata allestita a Roma, a Torino e a Lecce, è duplice: da una parte si vuole offrire al visitatore un sunto dell'esperienza del viaggio, delle caratteristiche paesaggistiche di questa zona del Tibet e delle difficoltà a cui i partecipanti alla spedizione hanno dovuto far fronte; dall'altro fornire un quadro dei significati religiosi e spirituali insiti nei pellegrinaggi che hanno come meta il monte Kailash.
Audioguide e videoguide per visitare i Monti Sibillini
martedì luglio 1, 2008
A Smerillo (AP), presso il Centro di Educazione Ambientale, ha avuto luogo la presentazione del progetto "Audioguide e videoguide gratis per visitare i Monti Sibillini".
L'iniziativa, promossa dai Comuni di Comunanza, Montalto Marche, Montefalcone Appennino, Santa Vittoria in Matenano e Smerillo, in collaborazione l'Associazione Culturale Freeaudioguide, ha avuto lo scopo di illustrare le guide gratuite scaricabili dal sito www.guidasibillini.it. Le guide sono disponibili per supporti mobili come, cellulari, lettori Mp3, palmari, pc.
E' inoltre disponibile un file per navigatori satellitari Garmin compatibili con il servizio, grazie al quale si può raggiungere il punto di interesse ed ascoltare direttamente la guida che partirà automaticamente quando ci si trova in prossimità.
Alla cerimonia inaugurale, si è proceduto alla presentazione del materiale ed al workshop al quale hanno partecipato le attività ricettive e di ristorazione dei Comuni coinvolti.
Il progetto gode del patrocinio della Regione Marche e della Provincia di Ascoli Piceno, realizzato in rete tra i comuni grazie alla legge Regionale 75/97.
— Roberta Fidanzia
L'iniziativa, promossa dai Comuni di Comunanza, Montalto Marche, Montefalcone Appennino, Santa Vittoria in Matenano e Smerillo, in collaborazione l'Associazione Culturale Freeaudioguide, ha avuto lo scopo di illustrare le guide gratuite scaricabili dal sito www.guidasibillini.it. Le guide sono disponibili per supporti mobili come, cellulari, lettori Mp3, palmari, pc.
E' inoltre disponibile un file per navigatori satellitari Garmin compatibili con il servizio, grazie al quale si può raggiungere il punto di interesse ed ascoltare direttamente la guida che partirà automaticamente quando ci si trova in prossimità.
Alla cerimonia inaugurale, si è proceduto alla presentazione del materiale ed al workshop al quale hanno partecipato le attività ricettive e di ristorazione dei Comuni coinvolti.
Il progetto gode del patrocinio della Regione Marche e della Provincia di Ascoli Piceno, realizzato in rete tra i comuni grazie alla legge Regionale 75/97.
Viaggiatori di Pianura
domenica aprile 20, 2008
Al Teatro Civico di Tortona ha debuttato lo spettacolo “Viaggiatori di pianura. Tre storie d’acqua” di Gabriele Vacis e Natalino Balasso, con Laura Curino, Natalino Balasso, Cristian Burruano, Liyu Jin, regia di Gabriele Vacis.
Nel vagone di un treno ad alta velocità si incontrano casualmente alcuni viaggiatori che, senza saperlo, hanno qualcosa in comune: sono in qualche modo dei reduci. Cominceranno a raccontarsi le proprie storie e scopriranno di essere tutti scampati all’acqua. L’acqua del Polesine, l’acqua di New Orleans, l’acqua dello Tsunami, l’acqua dei mille posti inondati, più o meno conosciuti: vicende terribili, dalle quali chi è riuscito a sopravvivere ha ricavato una nuova consapevolezza della precarietà umana ed ha trovato la forza per continuare a vivere.
Come nei racconti dei pescatori, tutto sembra prendere il tono di una sfida a chi l’ha scampata meglio, a chi ha avuto l’avventura peggiore. Ma alla fine qualcuno non la conta giusta. Chi è? E perché sta vivendo la vita di un altro?
Laura Curino, con la cadenza lenta di chi è nato nella pianura padana per manifestare lo stupore di Regina, è la ragazza polesana sposatasi il 18 novembre 1951, proprio il giorno in cui il Po ha rotto gli indugi e gli argini allagando ogni cosa.
Natalino Balasso è invece Cedric Lafontaine, veneto di terza generazione e scatenato chitarrista in un complesso blues di New Orleans. L’uragano Katrina lo sorprende durante un concerto e a salvarlo sono le doti di galleggiamento del contrabbasso a cui lui e il collega strumentista si aggrappano.
Cristian Burruano è l’animatore di un villaggio turistico a Pi Pi Island, nell’Oceano Indiano. Anche lui, per sposarsi, ha scelto la data sbagliata, il giorno di Natale 2004, la vigilia dello spaventoso Tsunami che ha sconvolto quella parte del mondo.
Il testo è carico di suggestioni e di richiami sapientemente calibrati tra il patetico e l’ironico, e di una recitazione che si sviluppa in un incalzare continuo.
— Roberta Fidanzia
Nel vagone di un treno ad alta velocità si incontrano casualmente alcuni viaggiatori che, senza saperlo, hanno qualcosa in comune: sono in qualche modo dei reduci. Cominceranno a raccontarsi le proprie storie e scopriranno di essere tutti scampati all’acqua. L’acqua del Polesine, l’acqua di New Orleans, l’acqua dello Tsunami, l’acqua dei mille posti inondati, più o meno conosciuti: vicende terribili, dalle quali chi è riuscito a sopravvivere ha ricavato una nuova consapevolezza della precarietà umana ed ha trovato la forza per continuare a vivere.
Come nei racconti dei pescatori, tutto sembra prendere il tono di una sfida a chi l’ha scampata meglio, a chi ha avuto l’avventura peggiore. Ma alla fine qualcuno non la conta giusta. Chi è? E perché sta vivendo la vita di un altro?
Laura Curino, con la cadenza lenta di chi è nato nella pianura padana per manifestare lo stupore di Regina, è la ragazza polesana sposatasi il 18 novembre 1951, proprio il giorno in cui il Po ha rotto gli indugi e gli argini allagando ogni cosa.
Natalino Balasso è invece Cedric Lafontaine, veneto di terza generazione e scatenato chitarrista in un complesso blues di New Orleans. L’uragano Katrina lo sorprende durante un concerto e a salvarlo sono le doti di galleggiamento del contrabbasso a cui lui e il collega strumentista si aggrappano.
Cristian Burruano è l’animatore di un villaggio turistico a Pi Pi Island, nell’Oceano Indiano. Anche lui, per sposarsi, ha scelto la data sbagliata, il giorno di Natale 2004, la vigilia dello spaventoso Tsunami che ha sconvolto quella parte del mondo.
Il testo è carico di suggestioni e di richiami sapientemente calibrati tra il patetico e l’ironico, e di una recitazione che si sviluppa in un incalzare continuo.
Il vento dei fiordi
lunedì aprile 7, 2008
E’ stato pubblicato il volume “Il vento dei fiordi. In bicicletta da Venezia a Capo Nord sulla rotta del baccalà”, di Alberto Fiorin per i tipi di Ediciclo Editore.
Un viaggio in bicicletta verso una meta leggendaria, inseguendo rotte antiche di viaggiatori, mercanti veneziani e pescatori.
Il sogno di tutti, risalire il mappamondo e raggiungere Capo Nord. E farlo con un mezzo quasi “umano”, la bicicletta, cavallo d’acciaio che porta alla scoperta di nuovi territori e nuovi popoli senza barriere e confini. Sette ciclisti veneziani inseguono il profumo del baccalà, piatto tradizionale della cucina veneta, superando il Circolo Polare Artico, toccando le magiche isole Lofoten per approdare a Capo Nord.
Vento, fiordi, mari, balene, isole, naufragi, arcobaleni, nevi, ghiacci, cascate, laghi, renne, alci, storia, tradizioni, salite e sudore: tutti elementi che si intrecciano indissolubilmente nel viaggio.
L’autore srotola il filo di un’avventura di oltre 4000 chilometri che si trasforma in una sorta di viaggio sentimentale, alla ricerca dei ricordi di un nonno – mai conosciuto - ciclista e importatore di baccalà.
— Roberta Fidanzia
« Articoli precedenti
|
Un viaggio in bicicletta verso una meta leggendaria, inseguendo rotte antiche di viaggiatori, mercanti veneziani e pescatori.
Il sogno di tutti, risalire il mappamondo e raggiungere Capo Nord. E farlo con un mezzo quasi “umano”, la bicicletta, cavallo d’acciaio che porta alla scoperta di nuovi territori e nuovi popoli senza barriere e confini. Sette ciclisti veneziani inseguono il profumo del baccalà, piatto tradizionale della cucina veneta, superando il Circolo Polare Artico, toccando le magiche isole Lofoten per approdare a Capo Nord.
Vento, fiordi, mari, balene, isole, naufragi, arcobaleni, nevi, ghiacci, cascate, laghi, renne, alci, storia, tradizioni, salite e sudore: tutti elementi che si intrecciano indissolubilmente nel viaggio.
L’autore srotola il filo di un’avventura di oltre 4000 chilometri che si trasforma in una sorta di viaggio sentimentale, alla ricerca dei ricordi di un nonno – mai conosciuto - ciclista e importatore di baccalà.