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Siria. Battaglie per al Bab e Palmira

martedì febbraio 7, 2017

Turchi e siriani accerchiano al-Bab, mentre continua l’avvicinamento a Palmira
di Angelo Gambella

Giornata densa di combattimenti in tutta la Siria. Le operazioni militare di maggior peso interessano il settore di Palmira e quello di al-Bab.

Nell’ovest di Palmira un tentativo di controffensiva dell’Isis impegna severamente i governativi siriani intorno ai giacimenti del gas naturale di Hayann, installazione in precedenza data alle fiamme dai militanti. I siriani hanno nel mirino i campi di Maher e Jizal a nord-ovest di Palmira. Lungo lo stesso fronte, le forze armate siriane sono riuscite ad avanzare nei giorni scorsi lungo l’autostrada, e sono attualmente attestate attorno alle prime fattorie dell’oasi a circa 15-16 km dal cosidetto triangolo di Palmira e a 19-20 km dalla città. Anche gli esperti paramilitari di “Liwaa Suqour Al-Sahra” ovvero i Falchi del Deserto hanno raggiunto la 5a Legione siriana impegnata ad ovest di Palmira.
Sono continui i raid effettuati dagli elicotteri d’assalto russi e da quelli siriani provenienti dalle basi della provincia di Homs, oltre agli strike effettuati caccia da combattimento russi che decollano dalla costa siriana. In serata un comunicato della coalizione a guida USA riferisce di 9 strike della coalizione presso Palmira con un esito pesante fatto di numerosi veicoli, pick-up armati di mitragliatrici pesanti, 3 blindo-bomba e 2 carri armati distrutti.


Palmira. Posizione approssimativa delle forze armate siriane al 7 febbraio

La lunga battaglia per al-Bab nel nord della Siria, nord-est di Aleppo, è giunta ad una svolta. I combattenti dell’ISIS, finora in grado di resistere agli attacchi turchi hanno subito rovesci a sud sotto la spinta dei reparti siriani delle Forze Tigre. In mattinata le località di al-Maibal e Maz’oulah e la collina di Huwaran sono state prese all’esercito siriano. Nel pomeriggio i siriani hanno liberato Birat al-Bab portandosi così ad una manciata di chilometri da Tadif e al-Bab stessa, chiudendo definitivamente l’assedio alla strategica città siriana. In serata sono però i miliziani filo-turchi che combattono per l’operazione “Scudo dell’Eufrate” ad iniziare una nuova offensiva da nord. L’attacco è direttamente supportato dall’esercito turco. Nel corso dell’assalto l’ospedale di al-Bab e l’ostello della gioventù sarebbero stati catturati dai miliziani filo-turchi.

L’azione delle forze armate turche da nord congiuntamente a quella portata dai siriani da sud è resa possibile unicamente dalla stretta supervisione operata dalla Russia che fornisce il coordinamento e la garanzia necessaria per evitare pericolosi danni collaterali. Le forze aerospaziali russe, e la forza aerea turca effettuano questa sera in maniera coordinata una serie di raid sulle posizioni dell’ISIS, mentre i siriani per tutto il giorno hanno eseguito sortite aeree in supporto dei propri soldati sul terreno.

Non è ancora chiaro se saranno i miliziani filo turchi da nord, o i governativi siriani ad entrare per primi ad al-Bab. La battaglia richiederà ancora dal tempo, ma la resistenza degli uomini del Califfato non sembra poter proseguire a lungo.

Si continua a combattere, nel frattempo, a Deir Ez-Zor nell’est del paese. I siriani, dopo i progressi degli ultimi giorni, provano a ricucire il corridoio tra la città e l’aeroporto militare rimasto isolato dopo l’offensiva di gennaio dell’ISIS.

Intanto da Damasco Bashar al-Assad ha rinnovato il decreto che consente ai miliziani di deporre le armi e di riconciliarsi con il governo. L’agenzia ufficiale SANA riporta che l’amnistia è stata estesa fino al 30 giugno 2017. Lo stesso presidente siriano ha dichiarato ai media belgi che la pace in Siria si ottiene combattendo il terrorismo e “fermando il flusso dei terroristi e di ogni supporto logistico”. Pesanti accuse sono state nel frattempo lanciate da Amnesty International nei confronti del regime siriano per esecuzioni che avrebbero avuto luogo negli anni in una prigione sotto il controllo dei lealisti, affermazioni però nettamente respinte dal ministro della Giustizia siriano. Ma è di oggi la notizia di uno scambio di prigionieri avvenuto dalle parti di Qal’at Mudiq, si tratta di 54/55 persone per parte trasferite tra governativi e ribelli sotto la supervisione della Mezzaluna rossa.


Due busti da Palmira restaurati a Roma

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Angelo Gambella

International, Attualità

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