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La battaglia di Aleppo ad una svolta

giovedì luglio 28, 2016

La battaglia di Aleppo, in Siria, è giunta ad una svolta significativa nella giornata di oggi.

All’inizio della nuova battaglia, poche settimana fa, la città di Aleppo appariva divisa in due zone, ad ovest l’area controllata dal governo in cui vive la maggior parte della popolazione stimata in 1 milione e 300 mila abitanti, e l’area est in mano ai ribelli con un numero stimato attorno alle 300 mila unità, dato attualmente rivisto al ribasso.

Da alcune settimane lo scontro fra le forze governative siriane e la galassia degli insorti costituita da gruppi jiahdisti capitanati da Al Nusra e da formazioni considerate “moderate” si era accesso a nord della città tanto nelle fattorie di Mallah che nel quartiere industriale di Layramoun.

Nell’area rurale a nord di Aleppo le Forze Tigre (di cui abbiamo parlato) liberavano prima le fattorie nord e poi quelle sud di Mallah raggiungendo il “controllo di fuoco” sul viale Castello, la principale strada e linea di rifornimento dei ribelli. Un poderoso contrattacco portato da Al Nusra con carri armati e blindati veniva respinto nelle fattorie di Mallah. Un secondo convoglio di mezzi corazzati e preceduti da un blindato imbottito di esplosivo veniva intercettato prima di raggiungere il campo di battaglia; i militanti lasciavano sul terreno tank distrutti mentre altri venivano catturati dall’esercito siriano.

Da sud altre unità dell’esercito avanzavano negli ultimi due quartieri di Layraoum e quello di Bani Zaid, a nord della città, ancora in mano alle formazioni ribelli.
In maniera autonoma ma non scoordinate le forze curde dal loro quartiere di Sheik Maksud iniziavano ad attaccare il complesso dell’ostello della gioventù collocato nei pressi della già ricordata strada Castello.

Nella giornata di ieri le forze governative, mentre avevano ormai assicurato il controllo del viale Castello, completavano la cattura dell’area industriale, mentre i curdi prendevano l’ostello della gioventù.

L’accerchiamento dell’area est in mano ai ribelli era così completato tanto che Suheil al-Hassan il noto comandante delle Forze Tigre appariva sulla TV di stato.

Questa mattina il Presidente siriano Bashar al-Assad, poteva così emanare, da un punto di forza, un decreto presidenziale di amnistia per chiunque in Siria deponga le armi e si consegni all’esercito nei prossimi tre mesi.

Sempre questa mattina l’assalto portato dall’esercito nel quartiere di Bani Zaid si dimostrava vincente: l’esercito entrava rapidamente nel centro del quartiere forzando le formazioni jihadiste ad abbandonare la zona.

Sin da ieri dagli aerei siriani venivano lanciati biglietti sulle zone est della città invitando la popolazione a scacciare i “combattenti stranieri” e ad evacuare l’area attraverso vie di fuga appositamente stabilite. Attraverso altri voli, aerei russi paracadutavano aiuti umanitari. Dal foglietto si evince che le aree di fuga sono 4 divise tra civili e militari, quest’ultime sono riservate ai militanti che decidono di abbandonare le armi e consegnarsi all’esercito.

I primi rapporti indicano che alcune formazioni minori hanno aderito all’invito consegnandosi alle truppe governative. Tra di essi sono stati fotografati militanti della Divisione 16 equipaggiata e sostenuta dagli USA.

Le formazioni jiadhiste appaiono in difficoltà tanto che in alcune aree di Aleppo si festeggia la cattura di Bani Zaid; è proprio da questo quartiere che i militanti riuscivano a lanciare i temibili colpi di mortaio, spesso auto-fabbricati, sulle aree residenziali. Un deposito che conteneva numerosi razzi è stato preso dalle forze siriane. Si comprende bene l’entusiasmo del momento, mentre la battaglia non è si certo conclusa ed una parte importante del centro urbano è ancora tenuta dai ribelli.


Mappa @PetoLucem

Dalla Federazione russa è venuto l’invito alle organizzazioni umanitarie di assistere la popolazione di Aleppo, mentre la diplomazia americana e russa cerca un punto di incontro. Significativo anche il silenzio da parte turca dopo il tentato golpe che pare aver radicalmente modificato la politica estera turca verso l’istituzione di un nuovo asse con Mosca e Teheran.

Da un punto di vista militare, il successo siriano si va concretizzando anche a nord-est attraverso il campo profughi di Handarat, dove milizie palestinesi appoggiano sul campo le forze governative. A parte l’aiuto militare fornito dall’alto dall’aviazione di Mosca, è significativo sottolineare che il risultato ottenuto è massimamente dovuto alle forze siriane.

Angelo Gambella

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