Piedimonte Matese: 90 pergamene ritrovate nella Basilica di Santa Maria Maggiore.
di Angelo Gambella
(17 maggio 2016)
La Basilica di Santa Maria Maggiore a Piedimonte Matese (CE) è interessata in queste settimane, assieme ad altri luoghi di culto della diocesi di Alife-Caiazzo, da un’azione di recupero e studio del patrimonio documentario.
Con evidente sorpresa dello stesso personale impegnato nell’esame della documentazione, come reso pubblico dalla rivista diocesana Clarus, sono emerse circa 90 pergamene a partire dal 1300, comprese bolle papali, oltre a cronache di vita locale e diocesana, lettere pastorali, carteggi di vescovi e cardinali con il capitolo della collegiata piedimontese. Nelle trascrizioni di documenti e cronache si fa anche menzione di date precedenti al XIV secolo. L’esame della consistenza ancora in corso potrebbe riservare ulteriori sorprese.
Dalle prime notizie apprese, si può affermare che nella basilica di Piedimonte (ricostruita nel corso del Settecento) siano confluite pergamene che in origine dovevano trovarsi ad Alife nell’archivio vescovile o in quello capitolare della cattedrale. Infatti, il vescovo alifano è stabilmente documentato ad Alife fino a tutto il Quattrocento, dove sono redatti i pochi documenti superstiti rinvenuti in altri archivi. Il prelato alifano si stabilisce con continuità nella confinante Piedimonte d’Alife solo nel 1561 in seguito ad una incursione militare che danneggia la città già in profonda crisi demografica. In seguito al terribile sisma del 1688 che atterra la cattedrale e la quasi totalità delle chiese alifane, a Santa Maria Maggiore si riunisce per un lungo periodo il Capitolo della cattedrale di Alife. Il vescovo di Alife, ancora oggi, mantiene la residenza a Piedimonte Matese.
(Basilica di Santa Maria Maggiore di Piedimonte Matese)
Non è questo il primo esame dei documenti della basilica, se già nel 1967 Dante Marrocco ne aveva pubblicato alcune pergamene in “Documenti della basilica di Santa Maria Maggiore in Piedimonte”, ma appare evidente che il materiale rinvenuto è di maggiore importanza rispetto a quanto apparso all’esame del fondatore dell’Associazione Storica del Medio Volturno, ma non è neppure da escludere che lo studioso abbia avuto accesso solo ad una parte dell’archivio. Neppure in questo archivio sembrano però riemergere quei documenti vescovili “a partire dal 1200” che il Kehr cita come presenti in un archivio di Piedimonte nello studio sull’episcopato alifano della monumentale Italia Pontificia.
Clarus riporta, infine, che con la mostra “Custodi della Memoria: percorsi reali e virtuali nei libri e nei documenti antichi“ in preparazione per la festa del patrono San Marcellino (31 maggio – 1 giugno), saranno forniti maggiori dettagli sul rinvenimento e si potranno vedere alcuni esemplari della raccolta.
La scoperta dei documenti piedimontesi appare di una certa importanza per lo studio del Medioevo della diocesi di Alife, la cui documentazione medievale e rinascimentale in massima parte è andata perduta nel tempo.