E' di imminente pubblicazione per la Keltia Editrice di Aosta, primo titolo della nuova collana "Le Albizie Rosse", Gli Ogam. Antico alfabeto dei celti, di Elena Percivaldi.
Dalla Prefazione:
(...) Di cosa si tratta esattamente? Di un alfabeto composto da 20 lettere divise in 5 gruppi di 4 ciascuno, incise su una superficie rigida, legno, osso e pietra. La particolarità dell'ogam rispetto ad altri alfabeti è che le lettere non hanno un aspetto, per così dire, "alfabetico", ma sono costituite da tacche incise orizzontalmente, verticalmente e obliquamente rispetto allo spigolo, oppure sotto forma di punto. Un sistema utilizzato dal III-IV secolo d.C. fino alle soglie dell'età moderna in Irlanda, in Galles, in Cornovaglia, in Scozia e sull'Isola di Man solo per scrivere epitaffi su pietre tombali o segnalazioni di proprietà su cippi di confine.
Ma chi inventò questo sistema di scrittura così poco pratico? Quando fu ideato? Perché? E con quali scopi? E' quello che ho cercato di spiegare in "Ogam. Antico alfabeto dei Celti", pubblicato per i tipi della Keltia Editrice di Aosta.
Non esistono, in Italia, studi dettagliati né monografie complete sull'argomento, e a dire il vero anche il problema più generale delle lingue e degli alfabeti in uso presso i Celti è stato affrontato solo di recente in maniera più o meno approfondita da studiosi del nostro Paese. Le ragioni di questo ritardo rispetto, ad esempio, al mondo anglosassone, francese e tedesco, non sono facilmente individuabili. Al di là delle ricerche che però sono rimaste confinate nell'universo ristretto degli specialisti, è solo negli ultimi quindici anni, cioè dopo la grande mostra ospitata nel 1991 a Venezia nella splendida sede di Palazzo Grassi, che anche in Italia l'attenzione di un numero sempre crescente di studiosi (e del grande pubblico) è stata attirata dai Celti, popolazione a lungo (e a torto) considerata marginale nella storia della Penisola (quando non addirittura dell'Europa).
In questo lavoro ho quindi cercato di ricostruire la storia e il senso dell'Ogam, dalle sue oscure origini al suo declino, fornendo anche un quadro generale delle lingue celtiche antiche (e moderne), nel cui contesto l'Ogam si è originato e sviluppato. Per farlo mi sono basata su mie ricerche originali, ma anche su studi (sempre, purtroppo, parziali) pubblicati in passato e di recente in Francia e nelle Isole britanniche: materiale irreperibile in Italia al di fuori degli Istituti di Filologia e di Glottologia delle Università.
(...) Questo saggio si propone dunque come il primo tentativo di sintesi originale sull'ogam in lingua italiana ed è stato pensato per essere accessibile non solo agli "addetti ai lavori" (che comunque troveranno nel vasto corpus di note e nella bibliografia i riferimenti per verificare le informazioni e i raffronti e per risalire alle fonti), ma anche ad un pubblico più vasto. Nostra speranza è che questo lavoro sull'ogam, sulla sua storia e sui suoi "misteri" possa fornire un ulteriore, piccolo contributo alla diffusione della conoscenza della civiltà celtica e alla scoperta (o riscoperta) della corposa eredità che essa ha lasciato nella civiltà europea.
— Gli Ogam. Antico alfabeto dei celti
sabato febbraio 24, 2007
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