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La nave dei folli

giovedì dicembre 21, 2006

Tiber II – Ponte Umberto I (lato via Zanardelli – Piazza Navona) riva opposta al Palazzaccio - Roma

Lo scorso 22 novembre si è svolto a Roma, lungo le rive del Tevere, un viaggio fantastico-multimediale attraverso la storia del '900.
Il viaggio, ispirato a "La nave dei folli" di Sebastian Brant, ha coinvolto artisti, musicisti e spettatori in una rappresentazione corale.

La prima presentazione risale alla Basilea del 1494. Illustrato da Durer in occasione del carnevale dell'Alta Renania, fu successivamente rappresentato da Bosch in un famoso quadro dallo stesso titolo.

Il testo originale di Brant narra l’assurdo viaggio di un gruppo di pazzi. Nel tempo ha finito per costituire un mito di congiunzione tra origini e modernità. Una icona dell’immaginario figurativo e una parabola che ha preceduto e inseguito le follie del Novecento, secolo insieme terribile e meraviglioso, vissuto – per mezzo delle sue potenti tecnologie – come pratica quotidiana dell’ordine, della cura, e continua insorgenza del disordine e della malattia.

Caratteristiche della scenografia attuale sono state spettacolarità, multimedialità e interattività.
Si è trattato di un viaggio tra 1500 immagini, fra le più significative della storia politica, sociale e culturale del ‘900, all’interno di una festa in maschera, carnevalesca, esaltata dal ritmo di una taranta suonata ininterrottamente per due ore dal noto gruppo musicale Mascarimirì.

L'evento è nato da un’idea di Alberto Abruzzese e realizzato dall’artista Ciriaco Campus in collaborazione con i corsisti del Master in Ideazione, Management e Marketing degli Eventi Culturali l'evento ha avuto inizio alle ore 20 circa, sulla banchina e a bordo della nave Tiber II, sulle rive del Tevere.

L’artista Ciriaco Campus ha voluto che tutti i partecipanti alla festa fossero vestiti rigorosamente in nero. Tra la folla si sono mossi pazzi, infermieri, dottori e dieci personaggi mascherati con teste di animali. Uno schermo all’ingresso della nave ha proiettato sequenze d'immagini del secolo scorso ed numerosi monitor giganti posizionati al suo interno hanno permesso la visibilità dello spettacolo in tutti gli ambienti. Dalla banchina una troupe ha ripreso l’intero evento, che si è trasformato nel set cinematografico di un film.

Chi vi ha partecipato è diventato parte integrante della performance. L'evento artistico si è così trasformato in un viaggio nella memoria novecentesca ed in una specie di carnevale del presente.
Roberta Fidanzia

Cultura, Eventi

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