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Profilo del pensiero medievale

giovedì dicembre 14, 2006

Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Profilo del pensiero medievale



Il libro della Beonio Brocchieri s’inserisce, forse a ragione e forse in maniera limitativa, nella collana Laterza dei Manuali di base.
Obiettivo dichiarato del volume è quello di prendere in esame i concetti filosofici caratteristici di un Medioevo, di cui la definizione cronologica è già dibattuta lungamente nell’Introduzione e che risulta difficilmente individuabile, e i punti di snodo fondamentali per l’esame dello sviluppo di tali concetti. Nel rispetto di questa impostazione di analisi, il taglio del volume non rientra nello stile ‘classico’ dei manuali. Non si tratta, infatti, di un elenco di autori di cui si espongono pensieri, parole, opere ed opinioni; è un percorso storico, filosofico, geografico, attraverso lo svolgimento delle idee e delle problematiche caratterizzanti l’epoca medievale.
Due risultano essere le tentazioni di un libro di storia delle filosofia: la “tentazione di quei cartografi, descritti in un racconto fantastico, che per tracciare la mappa perfetta di un impero giunsero a costruire una grandiosa carta geografica grande quanto l’impero stesso” [...] [e] “quella di individuare un carattere dominante del periodo preso in considerazione, di catturare lo spirito della filosofia imbrigliandolo in una formula unica, in un’unica finalità” . Ed entrambe risultano superate dall’impostazione strutturale del volume.
Partendo da un capitolo dedicato al Racconto, in cui vengono esposti i punti fondamentali, i motivi di svolta della filosofia medievale, ed in cui vengono evidenziate e circoscritte alcune problematiche concettuali della cultura filosofica medievale, il volume si apre alla sua parte più corposa sia da un punto di vista puramente ‘materiale’, sia dal punto di vista dei contenuti: la sezione dedicata alle Trame.
In queste pagine sono analizzati alcuni dei vari generi filosofici nati nel corso del Medioevo. Obiettivo, perfettamente raggiunto, di tale impostazione è quello di mettere in relazione le strutture filosofiche ed i contenuti del sapere. Pertanto i generi delle Confessioni, delle Sentenze, delle Summae, delle Enciclopedie, “forniscono modelli di interpretazione della realtà diversi [...] forme simboliche alternative, con finalità, strumenti, logiche differenti [costituendo] delle vere e proprie trame in movimento del pensiero medievale” .
Connesso a questa sezione, quasi come una sua continuazione, il capitolo dedicato a La forza delle cose evidenzia come “la riflessione politica è quasi sempre il pensiero di intellettuali che interagiscono con le trasformazioni e i progetti della loro epoca” . Sono i contesti del vivere quotidiano quelli che fanno sorgere molte delle domande a cui i filosofi del medioevo hanno cercato di dare risposta. “La dimensione etica e sacrale della responsabilità del sovrano; [...] il dualismo - metafisico e politico - di spirituale e temporale; [...] il tema del peccato originale, che facendo l’uomo debole di fronte a se stesso e vulnerabile davanti agli altri, rende necessaria l’organizzazione della propria difesa, il governo e la comunità politica” sono solo alcuni dei contesti cognitivi nei quali hanno interagito i pensatori politici medievali.
Trattando di contesti, ci si sposta agilmente, seguendo la mappatura del volume, nei contesti geografici ed architettonici, ne I luoghi della cultura filosofica. “Il monastero, la corte, la scuola cattedrale, l’università non segnano soltanto il succedersi delle epoche e dello sviluppo sociale e culturale [...], ma mettono in luce la varietà degli ambienti filosofici e quindi la trasformazione e la complessità delle filosofie medievali” .
Passando dal chiuso del monastero e dalla contemplazione catartica all’interno del chiostro all’apertura geografica e sociale, in senso lato e non moderno, delle università, e dal palazzo alla scuola o dal monastero alla cattedrale, si ha l’idea, sempre più convincente ed avvincente, di un mosaico in costruzione, “di un continuo processo di stratificazione e dinamicità filosofica” . Evidente, inoltre - e qui il volume sembra in qualche misura ripercorrere le tappe cronologico-architettoniche del classico L’arte e la società medievale di Georges Duby -, la differenza e la ricchezza delle varie espressioni artistico-architettoniche derivanti dalla varietà del pensiero così come manifestato nei vari tempi, luoghi ed ambienti.
A conclusione del volume, come una sorta di tavole fuori testo, i Ritratti dei pensatori che più hanno caratterizzato un periodo particolare del millenario medioevo, per l’originalità del pensiero o della sua espressione.
Nel suo complesso il libro risulta maneggevole, piacevole alla lettura, in certi punti intrigante al punto da non poter quasi resistere ad una nuova tentazione: approfondire un’idea, un pensiero, un momento storico dell’affascinante avvicendarsi dei secoli medievali.

Roberta Fidanzia

Mariateresa Fumagalli Beonio Brocchieri, Profilo del pensiero medievale, Laterza, Bari 2002, pp. 139. ISBN 88-420-6706-7, € 15.00.
Roberta Fidanzia

Recensioni, Filosofia

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