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AGENSU :: Agenzia d'informazione telematica per la storia e le Scienze Umane

Esercito siriano entra nell'area archeologica di Palmira

giovedì marzo 24, 2016

PALMIRA E’ STATA LIBERATAQUI L’ARTICOLO COMPLETO

PALMIRA E’ STATA COMPLETAMENTE LIBERATA nelle prime ore del 27.03.2016
L’area archeologica era stata liberata il 24 marzo, e il castello medievale il 25.

Editoriale: Palmira: implicazioni geo-politiche

Galleria di immagini dal sito di Palmira

[Aggiornamento del 19 aprile]
L’arco monumentale di Palmira ricostruito interamente in marmo con la stampante 3D dell’azienda toscana Tor Art è esposto da oggi a Londra nella celebre Trafalgar Square. L’iniziativa è dell’Institute of Digital Archaeology con l’ausilio del Million Image Database. Gli organizzatori sperano di portare successivamente l’arco, che è in scala 2/3 dell’originale, a Palmira, dove gli archeologi intendono provare a ricostruire l’arco abbattuto dai resti e dalle macerie.

[Aggiornamento del 13 aprile]

Il 13 aprile, durante la 199a sessione del Comitato esecutivo dell’UNESCO attualmente in corso a Parigi dal 4 al 15 aprile, è stata approvata all’unanimità la risoluzione della Russia incentrata sul ruolo dell’UNESCO nel riportare al suo antico splendore l’antica città di Palmira, parzialmente devastata dall’ISIS.

L’iniziativa è stata presentata mentre i genieri russi sono al lavoro con l’esercito siriano per rendere nuovamente fruibile l’area archeologica e la città moderna. Ad oggi, secondo un comunicato della difesa russa, risultano bonificati 182 ettari con la neutralizzazione di quasi 3000 ordigni esplosivi. Come abbiamo riportato in un precedente contributo su questa Agenzia, la Russia è in questo momento titolare di una forte iniziativa internazionale su Palmira dai notevoli riflessi geopolitici.

Il documento dal titolo “Sul ruolo dell’UNESCO per il restauro e la conservazione di Palmira e di altri siti del patrimonio culturale della Siria”, approvato all’unanimità dai delegati dell’organizzazione internazionale, delinea i passaggi da seguire per riportare il sito al suo stato originale.

La delegata permanente della Russia presso l’UNESCO, signora Eleonora Mitrofanova, ha dichiarato che la risoluzione ha una forza simbolica “nel fatto che, avendo raggiunto un consenso sulla questione, dimostriamo la nostra solidarietà unanime al popolo della Repubblica araba siriana, che soffre per lo stato di guerra”, e che ha una parte pratica nel senso che “dimostriamo di esprimere la nostra volontà di unire le forze e i mezzi necessari per restaurare e preservare Palmira e altri siti del patrimonio mondiale della Siria”.

Intanto il Direttore Generale Irina Bokova ha dichiarato che “Palmira appartiene a tutta l’umanità e a tutti i siriani. Tutti i siriani, insieme, devono essere in grado di recuperare questo patrimonio come simbolo di identità e dignità”.

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Il 2 aprile le operazioni di sminamento di Palmira affidate agli specialisti siriani e russi proseguono a grande ritmo. Più di mille tra ordigni esplosivi improvvisati e mine sono stati finora smantellati. Diversi anche gli ordigni a tempo inesplosi grazie alle contromisure elettroniche russe dispiegate durante l’assalto finale a Palmira. Intanto è stata scoperta una seconda fossa comune con i corpi di 42 civili, in maggior parte donne e minori, trucidate dall’ISIS. Si scopre che la fontana circolare all’ingresso dell’area archeologica era stata trasformata dagli islamisti in strumento di tortura e morte. Si ha, infine, notizia che Tareq, figlio di Kaleed Al Asaad è alla ricerca del corpo del padre, per potergli dare più umana sepoltura.

Con la liberazione di Palmira, l’esercito siriano è riuscito a recuperare in poche ore circa 200 kmq di territorio, mente gli aerei da combattimento bersagliano i miliziani Isis in fuga verso al Sukna nuova linea difensiva sul bivio per Raqqa e Deir Ezzor.
Nel frattempo il governo russo ha ammesso o meglio rivendicato la partecipazione di truppe speciali (specnaz) a Palmira. Numerose foto documentano la presenza di forze russe nella città e dintorni. Di più Putin ha già ordinato l’invio di unità del genio a Palmira per coadiuvare i siriani nell’opera di sminamento del sito archeologico.
Interessanti le dichiarazioni dei ministri Gentiloni e Franceschini sulla liberazione di Palmira. L’Italia invierà caschi blu Onu non appena saranno autorizzati dall’ Unesco e dal governo siriano. Le unità italiane sono composte da carabinieri specializzati provenienti o addestrati dal nucleo tutela dei beni culturali e da specialisti universitari.
I danni a Palmira risultano meno gravi del previsto . Le distruzioni operate dall’Isis pur nella loro gravità, non dovrebbero essere ostacolo per una ricostruzione per quanto laboriosa e parziale. Gli archeologi italiani sono certamente in grado di ripristinare almeno in parte i templi abbattuti.
Intanto i primi elicotteri sono atterrati e decollati dall’aeroporto civile/militare di Palmira.
L’esercito è rientrato in possesso di grandi quantità di armamenti lasciati dai miliziani in ritirata.
In serata pubblicheremo foto esclusive da Palmira.


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Filmato:
Sminamento di Palmira da parte del genio russo, filmato del 4 aprile.

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La cronaca precedente:

Le forze armate siriane hanno assalto il centro della città dopo aver raggiunto ieri l’ampio frutteto e primi quartieri residenziali: l’azione viene portata da tre direzioni.
Nella mattinata di ieri vi abbiamo dato notizia dell’ingresso dell’esercito nell’area archeologica dapprima con la liberazione della Valle delle tombe e poi dell’intero sito.
Oggi, da sud l’esercito siriano è ufficialmente rientrato nella città moderna di Palmira nella zona della prigione di stato, dopo aver spezzato la prima linea dell’ISIS.
Dopo aver catturato l’ex base della brigata 550, le forze armate attaccano il centro anche da nord e da ovest, e le prime notizie riferiscono dell’irruzione da nord-est.
Inizialmente l’ISIS ha opposto resistenza all’interno della città, ma nel corso delle ore le forze siriane hanno liberato la metà di Palmira, con un’azione lampo l’aeroporto.
Continuano numerosi i raid aerei.

Il castello medievale risulta parzialmente danneggiato “per atti deliberati di demolizione” da parte dei militanti dell’ISIS soprattutto all’interno delle mura.(Agenzia SANA)


L’esercito è entrato ieri nell’area archeologica di Palmira


Liberata la valle delle tombe e l’intero sito.
L’area risulta disseminata di ordigni esplosivi improvvisati anche su colonne e reperti romani, che dovranno essere disinnescati dal genio.

Dichiarazione del Direttore Generale dell’UNESCO Irina Bobokova

Stanotte le forze armate hanno rotto la prima linea dell’ISIS nell’area degli hotel, ed attaccato la città da nord, e da sud-ovest dover aver catturato la rotonda che porta alla città e l’hotel Semiramide. In mattinata era stata liberata anche la collina delle telecomunicazioni e ora l’esercito ha puntato all’antico castello e al centro della città dopo aver raggiunto l’ampio frutteto e primi quartieri residenziali.

Angelo Gambella

Archeologia, Attualità

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Liberata Qaryatayn, città assiro-cristiana

lunedì marzo 21, 2016

Aggiornato il 04.04.2016
Qaraytayn è stata liberata il 03.04.2016
(di Angelo Gambella)

Al Qaryatayn è un’antica città assira, situata nella Siria centrale, che dipende amministrativamente dal governatorato di Homs. Nel 2004 contava oltre 14.000 abitanti. La popolazione si divide tra cristiani di osservanza ortodossa ed arabi sunniti. Per questo Qaryatayn è conosciuta come città assiro-cristiana (siriaco-cristiana), mentre imperversa la guerra tra il governo siriano di Bashar al Assad e l’ISIS che l’ha occupata lo scorso agosto.

Meno famosa della vicina Palmira, la città conserva numerose vestigia del tempo dell’antica Roma. Fra i resti più famosi comprende gli “Hamaam Balkis” (“Bagni di Saba”). Durante la dominazione romana Qaryatayn era conosciuta come un luogo di cura ed era una roccaforte della cavalleria legionaria romana. Allo stesso periodo risalgono colonne corinzie e ornamenti di marmo, mentre la vicina Palmira era all’apice della sua potenza. Alla prima età cristiana risale il monastero di Mar Elian, datato al V secolo, e conosciuto anche come monastero di San Giuliano d’Emesa.


(Al Qarytayn vista dalle postazioni dell’esercito siriano 20.03.2016)

Se la cittadina è stata al riparo per i primi anni del conflitto, tutto precipita il 5 agosto del 2015, quando con una rapida incursione i militanti dello Stato Islamico dell’Iraq e del Levante, forti della conquista di Palmira, riescono ad avere la meglio sulla guarnigione dell’esercito siriano ed impongono il proprio controllo sulla città. Poco dopo le agenzie battono la notizia del rapimento di 230 civili dei quali almeno 60 cristiani. Pochi giorni dopo l’ISIS prende il controllo delle vicine cittadine di Mahin e Huwarin, e minaccia l’altra città cristiana di Sadad.
Il monastero cattolico di Mar Elian, vecchio di 1500 anni, viene distrutto il 21 agosto 2015 dallo Stato Islamico. Il monastero ospitava la tomba del V secolo di san Elian (Giuliano d’Emesa) ed era luogo di pellegrinaggio. Molti cristiani sono costretti alla fuga.
Nelle settimane successive la controffensiva siriana permette la riconquista di Mahin e Hawarin ma non tuttavia di Qarytayan che resta da allora nelle mani dell’ISIS.

Le operazioni militari condotte nel tempo dall’esercito siriano e dagli NDF, unità popolari che nella zona hanno una forte presenza di combattenti assiri e cristiani, grazie alla copertura aerea tanto dell’aviazione siriana che di quella russa, particolarmente efficace con gli elicotteri d’assalto, hanno avuto il duplice scopo di tenere l’ISIS lontano dalla strategica città di Sadad, che apre al collegamento stradale sia con Damasco a sud che alla più vicina Homs a nord, e di mantenere la pressione su Qaryatayn.

Nelle ultime settimane, mentre si stringe il cerchio su Palmira, anche attorno a Qaryatayn le operazione militari risultano essere più efficaci e l’esercito ha conquistato la maggior parte delle colline che sovrastano il centro abitato. La città è ora distante solo 2 km dalle prime unità dell’esercito ed è chiaramente visibile ad occhio nudo dai militari.
La città risulta ormai accerchiata da tre lati, lasciando ai militanti libero soltanto il lato sud, mentre la strada che porta a Palmira è giornalmente sorvolata dai caccia bombardieri russi.

Nella giornata di oggi [21 marzo] l’esercito ha assalto 6 cime presso Wadi Al-Tabah nei dintorni di Qarytayn, conquistandole. Queste colline tra quota 875 e 908 metri controllano la strada per Palmira che a questo punto è stata tagliata, lasciando i militanti senza una vitale linea di rifornimento. In definitiva, resta aperta una sola via di fuga nel deserto per l’eventuale ritirata dei militanti.

[27 marzo]
Sull’entusiasmo della vittoria di Palmira, è iniziato l’assalto per liberare l’antica città assiro-cristiana di Qaryatayn.
L’assalto finale per liberare la città dall’ISIS è iniziato oggi, subito dopo la presa di Palmira. Soldati dell’11a e della 18a divisione dell’esercito sono stati già inviati nella periferia di Qaryatayn.
Tutte le alture sono state catturate dalle forze armate siriane e i militanti dell’ISIS hanno un solo stretto corridoio per evacuare dalla città o scegliere di affrontare i militari siriani in una battaglia casa per casa.
La cittadina risulta ancora popolata.
Numerosi strike aerei siriani e russi nell’area stanno preparando l’assalto delle truppe di terra. Diversi volontari della NDF di Sadad e Mahin sono in zona per appoggiare l’azione dei governativi.

[29 marzo]
Dopo aver liberato alcune altre colline in prossimità di Quraytayn, adesso le forze armate siriane sarebbero a solo 1.5 km ad ovest e 3 km a sud, stando alle notizie pubblicate da Al Masdar news. Sarebbero stati uccisi 20 combattenti dell’ISIS mentre 3 veicoli con mitragliatrici sono stati distrutti. Intensi i raid aerei russi.

[02 aprile]
L’esercito siriano ha ridispiegato presso Qaraytayn alcune altre unità provenienti dalla neo liberata Palmira ed ha iniziato il maggior assalto per rientrare in controllo della città occupata dall’ISIS ad agosto. Il centro abitato risulta ormai circondato da tre lati.

Alle 11 di questa mattina, rende noto una fonte militare, l’esercito è riuscito ad avere la meglio sulla prima linea dell’ISIS ad occidente della città, ed ha così raggiunto le immediate vicinanze del centro abitato. L’ISIS rivendica, invece, la distruzione di un carro armato siriano.

Gli elicotteri d’assalto MI-24 della forza aerospaziale russa stanno colpendo duramente le postazioni dello Stato Islamico, facilitando il compito delle forze di terra siriane.

Nel pomeriggio unità dell’esercito sono entrate nei frutteti e nelle fattorie della periferia.

In serata, l’esercito siriano è riuscito ad infiltrarsi all’interno del quartiere a nord dell’antica città assira. Mentre scriviamo sono in corso combattimenti all’interno della città anche nella parte est dell’antica città siriaca.


(Al Qarytayn in una mappa di @PetoLucem 02.04.2016)

L’agenzia Fides riferisce che Qaryatayn è stata abbandonata da gran parte degli abitanti, e fra essi sono riusciti a portarsi in salvo i cristiani compresi gli oltre 170 che erano stati inizialmente presi in ostaggio. Queste persone rientreranno nella loro città quando questa sarà stata liberata dall’esercito siriano.

Nel frattempo a Palmira proseguono le operazioni di sminamento affidate agli specialisti siriani e russi. Più di mille tra ordigni esplosivi improvvisati e mine sono stati finora smantellati. Diversi anche gli ordigni a tempo inesplosi grazie alle contromisure elettroniche russe dispiegate durante l’assalto finale a Palmira. Intanto è stata scoperta una seconda fossa comune con i corpi di 42 civili, in maggior parte donne e minori, trucidate dall’ISIS. Si ha, infine, notizia che Tareq, figlio di Kaleed Al Asaad è alla ricerca del corpo del padre, per potergli dare più umana sepoltura.

[03 aprile]
L’esercito siriano dopo essere entrato ieri sera nel quartiere occidentale della città, nella notte è stato inizialmente costretto al ritiro sulle precedenti postazioni dopo un contrattacco dell’ISIS.

L’esercito, composto principalmente dal 64esimo reggimento della 4a divisione meccanizzata e dalla 67a brigata della 18esima divisione corazzata, ha invece liberato nel frattempo le aree di Sin Al-Kharoubi Al-Kabeer, Al-Hazzm Al-Abyad, e le fattorie a nord di Quraytayn, rafforzando le condizioni per l’assalto alla città.

Nella mattinata di oggi, l’assalto portato da tre diverse direttrici dall’esercito siriano ha avuto la meglio sulla resistenza delle forze dell’ISIS. L’esercito è riuscito a liberare dapprima il quartiere occidentale e subito dopo è avanzato velocemente verso gli altri quartieri della città. Attualmente gli elicotteri e i caccia bombardieri russi stanno colpendo duramente all’interno delle restanti aree del centro abitato.

La Battaglia di Quraytayn è finita prima del previsto con la fuga dei militanti attraverso l’unica via d’uscita rimasta aperta verso il deserto.
Alle ore 14 locali, le 13 in Italia Quraytayn è stata totalmente liberata dall’esercito siriano.

Ora l’ISIS nella zona del Qalamoun è totalmente isolato dal resto del territorio ancora controllato ad est della Siria.

[04 aprile]
Le prime immagini di Qaraytayn, mostrano una città devastata. Nonostante le distruzioni la chiesa siriaca all’interno del monastero di Mar Elian (San Giuliano d’Emesa), data alle fiamme dai militanti dell’ISIS, è apparentemente restaurabile. Molto altro è stato demolito da buldozzer.
Fonti locali comunicano che decine di cristiani di rito siriaco sono stati passati per le armi durante l’occupazione.

Media:
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altra foto su Instagram di lizzie_phelan
altro scatto su Instagram di lizzie_phelan



La città recentemente liberata vista da un drone coglie i danni di guerra

[URL abbreviato di questa pagina: http://bit.ly/1LAy5Sq]

Cronaca della liberazione di Palmira – QUI L’ARTICOLO COMPLETO

Angelo Gambella

Archeologia, Attualità

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Speciale Palmira

mercoledì marzo 9, 2016

La terza battaglia di Palmira

textileRef:366584119584fc43d605e5:linkStartMarker:“PALMIRA E’ STATA COMPLETAMENTE LIBERATA nelle prime ore del 27.03.2016*
L’area archeologica era stata liberata il 24 marzo, e il castello medievale il 25. QUI ARTICOLO COMPLETO”:http://www.agensu.it/archivio/articoli/634/la-battaglia-di-palmira

Galleria di immagini dal sito di Palmira

Palmira: implicazioni geo-politiche

Terremoto a Palmira

Qui sotto le più recenti notizie sulla salvaguardia dei beni culturali.

Nel maggio del 2015, in Siria, i militanti dell’ISIS entrarono nell’antica città di Palmira. Tutto il mondo fu scosso dalla notizia della distruzione di alcuni dei più antichi e famosi monumenti dell’antichità classica. Poche settimane dopo l’anziano ex direttore Al Asaad fu decapitato per non aver fornito informazioni su antichi reperti storici messi in salvo. La città nel deserto, già colonia romana, ricca di testimonianze storiche di grande valore è inclusa nella World Heritage List dell’UNESCO.

Oggi a Parigi nel corso di un convegno internazionale, il Direttore Generale delle Antichità e dei Musei Siriani, il dott. Abdul Karim Maamoun, ha invitato la comunità internazionale ad aiutare la Siria negli sforzi per fermare il saccheggio del patrimonio culturale siriano da parte delle organizzazioni terroristiche. Ha anche invitato all’attuazione della risoluzione 2199 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sulla necessità di fermare il finanziamento ottenuto dall’ISIS, Jabhat al Nusra e da altre organizzazioni terroristiche. La vendita dei reperti archeologici rappresenta, infatti, uno dei principali mezzi di finanziamento dei suddetti gruppi armati. Il Direttore ha posto l’attenzione sulla distruzione di monumenti ed ha sottolineato i crescenti scavi illegali e il furto di artefatti da parte delle organizzazioni terroristiche.

In queste ore, dopo mesi di continui scontri armati e capovolgimenti di fronte, le notizie che giungono dal fronte sono indicative dell’imminente assalto finale da parte dell’esercito siriano.

La cronaca della Battaglia di Palmira è un’esclusiva di AGENSU

Angelo Gambella

International, Attualità

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ISIS avanza a Sabratha. Respinto.

mercoledì febbraio 24, 2016

Breaking news: ISIS avanza a Sabratha (Libia) Patrimonio UNESCO
[AGENSU] 23.02.2016 / 24.02.2016

Battaglia nel centro cittadino conclusa con la ritirata dei militanti

Questa notte sono in corso pesanti combattimenti a Sabrata (Sabratha), nella Libia occidentale, tra residenti e militanti dell’ISIS.

Dopo il bombardamento americano di qualche giorno fa nella periferia della città, i militanti si sarebbero raggruppati per tentare l’assalto al centro cittadino controllato, finora, dalla milizia locale.

Rapporti che provengono in queste fasi concitate da Sabrata, parlano di resistenza dei cittadini, e sono segnalati caduti da entrambi i lati della battaglia.

I progressi dell’ISIS sarebbero però significativi. Attualmente i militanti (150 elementi) sarebbero nel centro cittadino, ed avrebbero occupato la sede della polizia, la principale banca e la strada costiera. Combattimenti sono in corso presso lo stadio. Riguardo l’ospedale cittadino alcune fonti lo danno catturato dall’ISIS, mentre altre notizie riferiscono l’ingresso da nord di una unità militare che si è disposta a protezione dell’ospedale.

Rinforzi per un contrattacco starebbero provenendo da altre città della Libia, mentre i feriti sarebbero destinati a Zintan. In particolare, un battaglione dell’esercito libico sarebbe in movimento per raggiungere la città. Il consiglio municipale ha diramato un appello a tutti i cittadini per prestare soccorso.

Aggiornamento: Nella notte al termine di violenti combattimenti le forze locali hanno respinto i miliziani dell’ISIS. 19 combattenti delle forze locali sono stati uccisi, 12 dei quali per decapitazione.


Sabrata stanotte al termine dei combattimenti

Sabrata, città fenicia e poi romana è Patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. Il suo teatro è famoso in tutto il mondo.

La città di trova a metà strada tra il confine con la Tunisia e la capitale Tripoli, ed è posizionata ad est rispetto allo strategico terminal gassifero di Mellitah dove opera l’ENI.

Per spingere ad un accordo di governo in Libia, si susseguono le voci di un piano alternativa con ridisegno dei confini e spartizione in zone d’influenza: Italia in Tripolitania, Gran Bretagna in Cirenaica e Francia nel Fezzan.

Angelo Gambella

Attualità, Beni culturali

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La corsa per Raqqa

martedì febbraio 16, 2016

La corsa per Raqqa
Analisi / Editoriale del Direttore Angelo Gambella

La risoluzione della guerra di Siria, che è divenuta a tutti gli effetti una guerra mondiale, passa attraverso la (futura) caduta di Raqqa, capitale dello Stato islamico in Siria.
L’interesse delle potenze mondiali e regionali si sta infatti concentrando, in questi giorni, sulle operazioni militari da organizzare per la liberazione della città.
E’ però importante sottolineare che l’eventuale presa di Raqqa non potrà avvenire nell’ordine di qualche settimana, la città è difesa da un grosso contingente di militanti dell’ISIS e le forze di terra avversarie dei jahdisti sono piuttosto lontane.

Nelle ultime ore la tensione si è improvvisamente alzata dopo le dichiarazioni da parte turca – la Turchia è un importante membro della NATO – e saudita – l’Arabia Saudita è un fondamentale partner degli USA – per una partecipazione diretta con truppe di terra contro l’ISIS. I due paesi non fanno mistero che, al di là della motivazione principale della lotta al Daesh, il vero obiettivo resta la caduta del regime di Assad. Ma l’instaurazione di un governo amico a Damasco o piuttosto la divisione dello stato siriano in due o più parti con diverse influenze straniere, si scontra con la mutata situazione sul terreno.

Tutti i commentatori concordano che dall’inizio delle operazioni aeree russe (30 settembre) il governo siriano, che era realmente in pericolo, si è rafforzato soprattutto nelle aree di Latakia, Aleppo e Damasco. Gli annunci della liberazione di località, talvolta colline e postazioni avversarie, certe volte piccoli villaggi di montagna, altre volte fattorie di campagna e palazzi in centri abitati, si rincorrono continuamente sui quotidiani e siti informativi più vicini al governo. Gli annunci, poi, della conquista di più importanti cittadine e città strategicamente importanti rimbalzano sui social network ad un ritmo tale che, negli ultimi giorni, gli analisti impegnati nell’elaborazione di mappe devono rivedere gli elaborati giornalmente. Il caso delle operazioni militari nel nord di Aleppo è eloquente per comprendere l’avanzata separata ma apparentemente coordinata, di due diverse forze terrestri contro gli insorti e ribelli filo turchi, nonché elementi del Fronte al Nusra (affiliato ad Al Qaeda). Ad avanzare sono sia l’Esercito siriano (SAA) con i suoi alleati sciiti (hezbollah libanesi, paramilitari iraniani ed iracheni) che le Forze democratiche siriane, sigla che comprende i militanti curdi e i loro alleati arabi (SDF). Entrambi gli schieramenti traggono vantaggio dai pesanti raid aerei operati dagli aerei russi che decollano dalla loro base sulla costa mediterranea nei pressi di Latakia; i secondi possono anche godere dell’appoggio logistico fornito dagli Stati Uniti. Il tentativo turco di rallentare l’avanzata dei curdi (che considerano alla stregua di terroristi) con tiri di artiglieria non sembra sortire l’effetto desiderato, e le forze curde sono ormai a diretto contatto con i miliziani dell’ISIS loro avversari.


(la caotica situazione di Aleppo stretta tra Governo, Curdi, ISIS e ribelli/Al Nusra da @miladvisor)

Ad est di Aleppo, invece, è attivo da settimane un fronte diretto tra l’esercito siriano e l’ISIS, con i primi che tentano l’accerchiamento dei militanti islamisti. Mentre scriviamo solo tre o quattro chilometri permettono ai combattenti di poter entrare ed uscire da una sacca che potrebbe pericolosamente intrappolarli. Oggi la centrale elettrica di Aleppo è caduta nelle mani delle forze d’elite siriane che sono ora impegnate nella bonifica dell’area. Poco ad est è situata l’importante base aerea di Kuweiris, il cui assedio da parte dell’ISIS durato oltre due anni è stato rotto solo nello scorso novembre. Questo strategico aeroporto potrebbe essere utilizzato per nuove operazioni contro l’ISIS e da giorni circola la notizia della presenza di consiglieri militari russi con pesanti armamenti.

Assad sembra dunque uscire rafforzato dalle operazioni militari, e l’eventuale applicazione del cessate-il-fuoco stabilito a Ginevra, potrebbe portare a dirottare le forze tenute impegnate in decine di fronti interni nel paese, verso il principale attore escluso dal negoziato che imperversa in Siria: il temuto Stato Islamico di Al-Baghdadi basato a Raqqa.

La coalizione internazionale a guida americana è stata la prima ad immaginare la caduta di Raqqa sotto la spinta delle forze curde collocate a nord dalla città, ma i curdi non sembrano interessati a perdere uomini e mezzi per una città sunnita e piuttosto puntano a muoversi contro i miliziani di Al Baghdati lungo il confine turco per congiungersi ad ovest con i curdi del cantone di Afrin, quelli che stanno combattendo ad Aleppo. Ma l’ipotesi di uno “stato” curdo lungo il confine, è fermamente respinta dalla Turchia, al punto da ipotizzare un ingresso diretto in battaglia, sotto la supervisione americana.

Gli scenari possibili della “Corsa per Raqqa” da parte Araba e Turca sembrerebbero due. Le forze di terra turche e quelle arabe (Arabia Saudita, e forse Qatar ed Emirati Arabi) potrebbero entrare in Siria dalla Turchia, lungo il confine con le terre tenute dallo Stato islamico dalle parti di Jarablus. Raqqa è però lontana e attraversare velocemente un ampio territorio senza una qualche forma di accordo con i militanti, come riporta tra le ipotesi il giornalista E. Magnier, è davvero difficile.
Un secondo scenario prevede l’attraversamento del confine giordano ad est della Siria fino a Raqqa. Si tratta di una strada ancora più lunga ma permetterebbe all’Arabia Saudita di contare su tutto il sostegno logistico e corazzato per spingere fino in fondo sulla capitale dell’ISIS. In entrambi i casi, queste truppe, arabe o turco-arabe, non sarebbero a contatto diretto con le forze russe e di Damasco. Risulta però difficile immaginare truppe arabe avanzare lungo l’Eufrate senza imbattersi nelle forze aviotrasportate della Guardia Repubblicana Siriana che stanno respingendo da mesi i continui assalti dell’ISIS nell’enclave di Deir Ezzor, sulla strada per Raqqa.

In ogni caso, gli stessi paesi arabi ammettono che nessuna operazione potrebbe aver luogo senza il diretto appoggio degli Stati Uniti, che hanno più volte dichiarato di non voler prender parte ad una guerra sul terreno. La Siria, poi ha, naturalmente espresso la sua contrarietà a qualsiasi intervento straniero e non sembra possibile che gli aerei da combattimento siriani non prendano di mira soldati invasori. Lo scudo aereo russo basato sul sistema S-400 e sulla flotta aerea impedisce, poi, a qualunque aereo di entrare nello spazio aereo siriano senza preventiva comunicazione se non di autorizzazione.


(Direttrice dell’offensiva siriana lungo la strada da Ithrya alla base di Tabqa. Mappa di @PetoLucem)

Se il posizionamento delle truppe in Giordania richiederebbe 3-4 mesi per essere completato, un’altra forza armata appare avvantaggiata nella corsa verso Raqqa.
L’esercito arabo-siriano ha infatti iniziato operazioni militari lungo una strada secondaria ma più immediata per Raqqa rispetto all’autostrada internazionale Aleppo-Bagdad.
Da Ithriya, cittadina nel governatorato di Hama al confine con le province di Homs e Raqqa, l’esercito ha iniziato a muoversi verso la base militare di Tabaqa. Questa strategica base, che sarebbe attualmente distante circa 35 km dalle unità più avanzate dell’esercito, è situata a poca distanza da Raqqa e permetterebbe ai siriani e loro alleati di organizzare la riconquista della capitale dell’ISIS.

I prossimi mesi saranno cruciali per definire le sorti di Raqqa e della guerra di Siria.

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Angelo Gambella

International, Attualità

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