Il numero 49 di Storiadelmondo presenta alcune recensioni che spaziano dal fantasy storico, alla storia medievale fino all'antropologia.
Partendo dalla recensione dello splendido volume di Sophia McDougall, "Romanitas", a cura della scrivente, si arriva alla scheda relativa al volume "Antropologia Culturale e Psicopatologia", curata da Giuseppe di Maria, passando attraverso la recensione del volume a cura di Maurizio Buora e Luca Villa. 'Goti nell’arco alpino orientale' preparata da Elena Percivaldi.
Nel percorso di questo numero s'incontra un altro interessante saggio di Gennaro Tedesco sul Risorgimento e l'Europa.
Il sito web della rivista è www.storiadelmondo.com
(Roberta Fidanzia)
— Storiadelmondo numero 49
sabato settembre 1, 2007
Roberta FidanziaVisita araldica guidata
sabato settembre 1, 2007
L’Istituto Araldico Genealogico Italiano comunica che il 28 settembre 2007, alle ore 16, si terrà a Bologna la II Visita Araldica Guidata Straordinaria organizzata dall'Istituto negli ambienti dell’Archiginnasio felsineo, e precisamente nell'Aula magna dei Legisti, nota come Stabat Mater. Condotta dal Socio Maurizio Carlo Alberto Gorra, la visita avrà per tema lo scenario estetico dell'Aula. Il complesso edilizio dove ha sede l'Università di Bologna conserva un elevato numero di stemmi scolpiti, affrescati o comunque realizzati, rappresentando, forse, l'insieme araldico numericamente più vasto.
— Angelo Gambella
Impressioni d'Oriente
sabato settembre 1, 2007
Aprono le selezioni per la Mostra Internazionale d'Arte "Impressioni d'Oriente”, organizzata dal Comitato Immagine Colore ligure nella cornice dell'Ars Habitat di Genova.
L'esposizione collettiva di Pittura e Scultura, curata da Sabrina Falzone, nasce con l'intento di aprire un varco intellettuale all'arte asiatica sull'area europea, favorendo l'incontro dell'arte occidentale con il poliedrico universo espressivo orientale e valorizzando il confronto culturale tra le due civiltà.
Il tema della mostra, che si terrà dal 17 al 30 novembre 2007, è l'Oriente. Possono partecipare artisti di tutte le età, religioni e nazionalità. Artisti orientali verranno messi in relazione con artisti europei. Le richieste di partecipazione dovranno pervenire in forma completa entro il 5 ottobre 2007 all’indirizzo email: info AT sabrinafalzone.info – www.sabrinafalzone.info
Il bando e il modulo di partecipazione sono scaricabili dal sito www.immaginecolore.com
Genova: Ars Habitat (Palazzo Ratto-Picasso) via San Luca 14/4 – Genova, centro storico
Periodo mostra: dal 17 al 30 novembre 2007
Vernissage: sabato 17 novembre 2007
Scadenza: 5 ottobre 2007
— Angelo Gambella
L'esposizione collettiva di Pittura e Scultura, curata da Sabrina Falzone, nasce con l'intento di aprire un varco intellettuale all'arte asiatica sull'area europea, favorendo l'incontro dell'arte occidentale con il poliedrico universo espressivo orientale e valorizzando il confronto culturale tra le due civiltà.
Il tema della mostra, che si terrà dal 17 al 30 novembre 2007, è l'Oriente. Possono partecipare artisti di tutte le età, religioni e nazionalità. Artisti orientali verranno messi in relazione con artisti europei. Le richieste di partecipazione dovranno pervenire in forma completa entro il 5 ottobre 2007 all’indirizzo email: info AT sabrinafalzone.info – www.sabrinafalzone.info
Il bando e il modulo di partecipazione sono scaricabili dal sito www.immaginecolore.com
Genova: Ars Habitat (Palazzo Ratto-Picasso) via San Luca 14/4 – Genova, centro storico
Periodo mostra: dal 17 al 30 novembre 2007
Vernissage: sabato 17 novembre 2007
Scadenza: 5 ottobre 2007
Romanitas di Sophia McDougall
sabato settembre 1, 2007
Recensione di Sophia McDougall, Romanitas.
Il primo romanzo della giovane autrice Sophia Mc Dougall è certamente una delle più affascinanti letture degli ultimi tempi, degna erede di grandi autori come J.R.R. Tolkien o l’amatissima, certamente dai cultori del fantasy, Marion Zimmer Bradley.
Sebbene non sia un fantasy nel senso stretto del termine, perché non ci sono popoli di druidi o sacerdotesse da salvare in un’epoca mitica e mitologica che si sogna ed auspica sia esistita, o non ci siano elfi ed hobbit di una fantastica Terra di Mezzo che lottano contro l’espandersi del male o draghi e giovani eroi del mondo di Fantàsia che combattono contro il nulla -si pensi a La Storia infinita di Michael Ende-, che tutto inghiotte e cancella, sin dalla prima pagina di questo corposo racconto si viene rapiti dal vortice degli eventi e dalle ‘voci’ dei personaggi protagonisti di un impero romano mai caduto, anzi ancora vivo e spettacolare come doveva essere a suo tempo.
La trama degli accadimenti è studiata nei minimi dettagli per condurre il lettore all’interno dello scenario, al punto da renderlo partecipe della storia e scegliere di volta in volta in quale personaggio immedesimarsi o contro cui schierarsi per tentare di pilotare il finale nella direzione della giustizia.
Il racconto, i dialoghi e le pause raggiungono il massimo della spontaneità e lo stile è giovane, scorrevole e spigliato. Si percepisce sin dall’inizio che la McDougall è una brillante autrice teatrale.
L’ambientazione. È estremamente affascinante risalire a come poteva essere la storia dell’umanità se solo un evento non fosse accaduto. È proprio quell’evento non svoltosi che cambia lo scenario attuale. È una specie di applicazione della teoria scientifica del multiverso, la presenza di una miriade infinita di universi paralleli creatisi dalle varie possibilità di svolgimento degli eventi. O, ancora, la ‘storia del se fosse’, di cui Umberto Maiorca è latore ufficiale nel nostro periodico “Storiadelmondo”.
A margine del volume è proposta una cronologia alternativa degli eventi storici al fine di ricostruire la ‘nuova’ storia dell’Impero romano. Ci si trova, quindi, immersi in un mondo la cui cartina geografica è segnata da confini nuovi, o meglio più che nuovi diversi, caratterizzati dai nomi che effettivamente i nostri antenati avrebbero dato alle terre scoperte, ad esempio, Mexica o Inca, o Terranova, facenti straordinariamente parte integrante dell’Impero Romano.
La Nionia - geograficamente odierno Giappone e parte del Pacifico - è, invece, il nemico del contemporaneo Impero romano ab urbe condita 2757, l’impero non assoggettato, che è necessario tenere a bada ai confini più remoti. Solo un’altra parte del globo non è Impero romano, resosi indipendente -sempre relativamente alla storia ipotizzata- di recente: il sud dell’Africa. Tutto il resto è Roma, la grande, immensa Roma.
Interessante e straordinaria è la traslitterazione di termini attuali in una specie di latino evoluto inglesizzato o in un inglese tecnologico latinizzato, nel senso che trovandosi in un impero romano del 2004 la tecnologia è simile a quella attuale, ma non può avere i termini a noi noti perché, come detto, la storia non è quella che conosciamo noi, è completamente diversa, pertanto il linguaggio, che è specchio della società dell’uomo, è differente. Si trovano, dunque, termini come longdictor o longvision, di cui non si vuole svelare il significato per lasciare il gusto al lettore di scoprirlo.
Come si è già rimarcato più volte, il romanzo è ambientato in un ipotetico Impero romano contemporaneo. Il primo elemento che salta all’occhio del lettore è l’eclatante assenza del Cristianesimo, sconfitto e cancellato poco dopo le sue origini. I Padri della Chiesa e Sant’Agostino, perni teologici e concettuali dell’essenza e sussistenza del Cristianesimo, non sono mai esistiti o, anche ammettendo la loro esistenza, non hanno svolto quel ruolo di ‘confermatori’ della nuova religione, quella che, sì, ha cambiato la storia dell’uomo.
La conseguenza più sbalorditiva è l’assenza della contrapposizione occidente/oriente. Infatti, anche l’Islam non può avere origine senza il Cristianesimo. L’Ebraismo stesso si configura come qualcosa di particolare, certamente non a larga diffusione. Quindi questo Impero romano del 2000 risulta essere una società in cui il paganesimo è radicato e il culto degli Dei rappresenta il massimo dell’espressione religiosa. Si viene immersi, dunque, soprattutto all’inizio ed al termine del romanzo, in una Roma dai marmi splendenti, dai templi alti e dai fori spaziosi, nella quale ancora vive il fasto della Domus Aurea.
I protagonisti e la trama. Tre i protagonisti principali: uno schiavo condannato alla crocifissione, sua sorella decisa a salvarlo e l’erede dell’Impero, unico uomo che può dare una svolta decisiva alla sua storia e garantirne l’esistenza. Tra di loro nasce un legame indissolubile, anche tormentato, ma sincero e leale, come può essere tra persone che credono negli stessi ideali. Numerosi i co-protagonisti che compaiono sulla scena e che coadiuvano lo svolgimento della storia. Divertente e straordinariamente attuale la descrizione di un minuscolo paese in mezzo alle Alpi, nel cuore dell’Impero, dove gli abitanti mantengono il loro linguaggio non latinizzato e nascondono schiavi e ribelli.
Una, questo il nome dell’assoluta protagonista femminile, è una giovane donna tenace, con il potere di entrare nell’animo e nella mente degli altri. Il fratello, Sulien, ha un potere analogo, ma in un certo senso opposto: può entrare nelle viscere e nel ‘meccanismo’ del corpo umano per guarirlo. Sono entrambi due guaritori, ma lei scoprirà di poterlo essere solo alla fine del romanzo. Fine che, purtroppo e per fortuna, non è una fine.
Marco, l’erede dell’Impero, infatti, vittima di una congiura che ha visto l’assassinio dei suoi genitori (ops… non lo si era detto! E non si dirà altro… dovete leggere il libro!), non è ancora al sicuro e la storia s’interrompe proprio nel momento del ‘e vissero felici e contenti’… che non c’è e lascia in attesa, impaziente almeno per la sottoscritta, di acquistare il secondo e poi il terzo volume della saga. Per sperare che, nemmeno allora, si giunga alla fine.
Sophia McDougall, Romanitas. 2757 A.U.C. L’Impero Romano vive ancora, Newton e Compton editori, 2006, pp. 551, € 9,90.
— Roberta Fidanzia
Il primo romanzo della giovane autrice Sophia Mc Dougall è certamente una delle più affascinanti letture degli ultimi tempi, degna erede di grandi autori come J.R.R. Tolkien o l’amatissima, certamente dai cultori del fantasy, Marion Zimmer Bradley.
Sebbene non sia un fantasy nel senso stretto del termine, perché non ci sono popoli di druidi o sacerdotesse da salvare in un’epoca mitica e mitologica che si sogna ed auspica sia esistita, o non ci siano elfi ed hobbit di una fantastica Terra di Mezzo che lottano contro l’espandersi del male o draghi e giovani eroi del mondo di Fantàsia che combattono contro il nulla -si pensi a La Storia infinita di Michael Ende-, che tutto inghiotte e cancella, sin dalla prima pagina di questo corposo racconto si viene rapiti dal vortice degli eventi e dalle ‘voci’ dei personaggi protagonisti di un impero romano mai caduto, anzi ancora vivo e spettacolare come doveva essere a suo tempo.
La trama degli accadimenti è studiata nei minimi dettagli per condurre il lettore all’interno dello scenario, al punto da renderlo partecipe della storia e scegliere di volta in volta in quale personaggio immedesimarsi o contro cui schierarsi per tentare di pilotare il finale nella direzione della giustizia.
Il racconto, i dialoghi e le pause raggiungono il massimo della spontaneità e lo stile è giovane, scorrevole e spigliato. Si percepisce sin dall’inizio che la McDougall è una brillante autrice teatrale.
L’ambientazione. È estremamente affascinante risalire a come poteva essere la storia dell’umanità se solo un evento non fosse accaduto. È proprio quell’evento non svoltosi che cambia lo scenario attuale. È una specie di applicazione della teoria scientifica del multiverso, la presenza di una miriade infinita di universi paralleli creatisi dalle varie possibilità di svolgimento degli eventi. O, ancora, la ‘storia del se fosse’, di cui Umberto Maiorca è latore ufficiale nel nostro periodico “Storiadelmondo”.
A margine del volume è proposta una cronologia alternativa degli eventi storici al fine di ricostruire la ‘nuova’ storia dell’Impero romano. Ci si trova, quindi, immersi in un mondo la cui cartina geografica è segnata da confini nuovi, o meglio più che nuovi diversi, caratterizzati dai nomi che effettivamente i nostri antenati avrebbero dato alle terre scoperte, ad esempio, Mexica o Inca, o Terranova, facenti straordinariamente parte integrante dell’Impero Romano.
La Nionia - geograficamente odierno Giappone e parte del Pacifico - è, invece, il nemico del contemporaneo Impero romano ab urbe condita 2757, l’impero non assoggettato, che è necessario tenere a bada ai confini più remoti. Solo un’altra parte del globo non è Impero romano, resosi indipendente -sempre relativamente alla storia ipotizzata- di recente: il sud dell’Africa. Tutto il resto è Roma, la grande, immensa Roma.
Interessante e straordinaria è la traslitterazione di termini attuali in una specie di latino evoluto inglesizzato o in un inglese tecnologico latinizzato, nel senso che trovandosi in un impero romano del 2004 la tecnologia è simile a quella attuale, ma non può avere i termini a noi noti perché, come detto, la storia non è quella che conosciamo noi, è completamente diversa, pertanto il linguaggio, che è specchio della società dell’uomo, è differente. Si trovano, dunque, termini come longdictor o longvision, di cui non si vuole svelare il significato per lasciare il gusto al lettore di scoprirlo.
Come si è già rimarcato più volte, il romanzo è ambientato in un ipotetico Impero romano contemporaneo. Il primo elemento che salta all’occhio del lettore è l’eclatante assenza del Cristianesimo, sconfitto e cancellato poco dopo le sue origini. I Padri della Chiesa e Sant’Agostino, perni teologici e concettuali dell’essenza e sussistenza del Cristianesimo, non sono mai esistiti o, anche ammettendo la loro esistenza, non hanno svolto quel ruolo di ‘confermatori’ della nuova religione, quella che, sì, ha cambiato la storia dell’uomo.
La conseguenza più sbalorditiva è l’assenza della contrapposizione occidente/oriente. Infatti, anche l’Islam non può avere origine senza il Cristianesimo. L’Ebraismo stesso si configura come qualcosa di particolare, certamente non a larga diffusione. Quindi questo Impero romano del 2000 risulta essere una società in cui il paganesimo è radicato e il culto degli Dei rappresenta il massimo dell’espressione religiosa. Si viene immersi, dunque, soprattutto all’inizio ed al termine del romanzo, in una Roma dai marmi splendenti, dai templi alti e dai fori spaziosi, nella quale ancora vive il fasto della Domus Aurea.
I protagonisti e la trama. Tre i protagonisti principali: uno schiavo condannato alla crocifissione, sua sorella decisa a salvarlo e l’erede dell’Impero, unico uomo che può dare una svolta decisiva alla sua storia e garantirne l’esistenza. Tra di loro nasce un legame indissolubile, anche tormentato, ma sincero e leale, come può essere tra persone che credono negli stessi ideali. Numerosi i co-protagonisti che compaiono sulla scena e che coadiuvano lo svolgimento della storia. Divertente e straordinariamente attuale la descrizione di un minuscolo paese in mezzo alle Alpi, nel cuore dell’Impero, dove gli abitanti mantengono il loro linguaggio non latinizzato e nascondono schiavi e ribelli.
Una, questo il nome dell’assoluta protagonista femminile, è una giovane donna tenace, con il potere di entrare nell’animo e nella mente degli altri. Il fratello, Sulien, ha un potere analogo, ma in un certo senso opposto: può entrare nelle viscere e nel ‘meccanismo’ del corpo umano per guarirlo. Sono entrambi due guaritori, ma lei scoprirà di poterlo essere solo alla fine del romanzo. Fine che, purtroppo e per fortuna, non è una fine.
Marco, l’erede dell’Impero, infatti, vittima di una congiura che ha visto l’assassinio dei suoi genitori (ops… non lo si era detto! E non si dirà altro… dovete leggere il libro!), non è ancora al sicuro e la storia s’interrompe proprio nel momento del ‘e vissero felici e contenti’… che non c’è e lascia in attesa, impaziente almeno per la sottoscritta, di acquistare il secondo e poi il terzo volume della saga. Per sperare che, nemmeno allora, si giunga alla fine.
Sophia McDougall, Romanitas. 2757 A.U.C. L’Impero Romano vive ancora, Newton e Compton editori, 2006, pp. 551, € 9,90.
La Grecia contemporanea 1974-2006
sabato settembre 1, 2007
E' stato pubblicato il libro "La Grecia contemporanea 1974-2006", di Rudy Caparrini, Vincenzo Greco e Ninni Radicini, edito da Polistampa (Firenze) nella collana Fondazione Spadolini / Nuova Antologia, con la prefazione di Antonio Ferrari, giornalista, corrispondente da Atene per il Corriere della Sera.
Il libro è suddiviso in capitoli scritti separatamente da ciascun autore. Ninni Radicini analizza la politica interna del paese ellenico dal 1974 a oggi, esponendo le vicende che hanno condotto il paese al consolidamento del bipolarismo e di un'alternanza governativa. Vincenzo Greco spiega la politica estera attuata dai governi di Atene, con speciale attenzione ai temi cui è stata dedicata maggiore attenzione: le relazioni con la Turchia, la questione di Cipro, l'adesione della Repubblica Ellenica nelle strutture comunitarie europee (CEE e poi UE), il contenzioso per la Macedonia. Rudy Caparrini ha diviso il suo lavoro in due capitoli: uno di carattere generale, finalizzato a spiegare lo sviluppo economico e il mutamento sociale che la Repubblica Ellenica ha conosciuto nell'ultimo trentennio; l'altro di tipo più specifico dedicato per intero al 2004, l'anno che ha consacrato la Repubblica Ellenica come realtà di tutto rispetto a livello internazionale.
Il libro "La Grecia contemporanea 1974-2006" è stato presentato a Roma il 20 aprile nella sede della Stampa estera e il 30 aprile
presso il Consiglio Regionale della Toscana. Il 16 maggio è stato presentato all'Istituto Italiano di Cultura di Atene.
— Angelo Gambella
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Il libro è suddiviso in capitoli scritti separatamente da ciascun autore. Ninni Radicini analizza la politica interna del paese ellenico dal 1974 a oggi, esponendo le vicende che hanno condotto il paese al consolidamento del bipolarismo e di un'alternanza governativa. Vincenzo Greco spiega la politica estera attuata dai governi di Atene, con speciale attenzione ai temi cui è stata dedicata maggiore attenzione: le relazioni con la Turchia, la questione di Cipro, l'adesione della Repubblica Ellenica nelle strutture comunitarie europee (CEE e poi UE), il contenzioso per la Macedonia. Rudy Caparrini ha diviso il suo lavoro in due capitoli: uno di carattere generale, finalizzato a spiegare lo sviluppo economico e il mutamento sociale che la Repubblica Ellenica ha conosciuto nell'ultimo trentennio; l'altro di tipo più specifico dedicato per intero al 2004, l'anno che ha consacrato la Repubblica Ellenica come realtà di tutto rispetto a livello internazionale.
Il libro "La Grecia contemporanea 1974-2006" è stato presentato a Roma il 20 aprile nella sede della Stampa estera e il 30 aprile
presso il Consiglio Regionale della Toscana. Il 16 maggio è stato presentato all'Istituto Italiano di Cultura di Atene.